Vaccini: infermiera no vax somministrava finte dosi

L'iniezione del vaccino a un tredicenne.
L'iniezione del vaccino a un tredicenne. ANSA/JESSICA PASQUALON

PALERMO. – Decine di palermitani, certi di essersi vaccinati contro il Covid, sarebbero stati vittime del piano di una infermiera che avrebbe finto di somministrare loro la dose del siero anti Covid per motivi ‘ideologici’. E’ l’ultimo capitolo di una indagine della Digos che nei mesi scorsi aveva portato all’arresto della donna, Giorgia Camarda, di una collega, Anna Maria Lo Brano, e del leader locale dei no vax Filippo Accetta.

La nuova inchiesta riguarda soltanto la Carmada, 58 anni, a cui la Digos ha notificato una nuova ordinanza di arresti domiciliari per falso e peculato. La Procura di Palermo ritiene che, oltre ad aver simulato le iniezioni a pazienti consenzienti, in cambio di denaro, come già emerso, avrebbe finto di vaccinare decine di persone all’oscuro di tutto. I pazienti dunque sarebbero stati convinti di aver ricevuto la dose e avrebbero ricevuto regolari Green pass.

Dietro al piano della donna ci sarebbe proprio la sua ideologia ‘no vax’. Camarda, insieme alla collega arrestata nei mesi scorsi che collabora con gli investigatori, era in servizio all’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo. Durante le indagini, grazie alle telecamere piazzate nell’hub dalla polizia, è emerso che in due giornate avrebbe praticato false vaccinazioni contro il Covid-19 nei confronti di altri 47 utenti. Nel video, agli atti dell’inchiesta, si vede l’infermiera versare sulla garza il contenuto della fiala che avrebbe dovuto iniettare.

Grazie a intercettazioni telefoniche e interrogatori, è emerso che gli utenti erano convinti di essere protetti dal rischio dell’infezione. Le loro false ‘certificazioni verdi’ saranno sequestrate. Le indagini si sono avvalse del contributo della struttura del commissario per l’emergenza Covid per la città metropolitana di Palermo.

Secondo quanto si è appreso a raccontare alla polizia delle false somministrazioni a pazienti ignari sarebbe stata la collega Lo Brano. Per il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, l’indagine della Digos “svela scenari sempre più inquietanti”. “Dalla frode per aggirare le disposizioni di legge e non vaccinarsi utilizzando l’avidità di denaro di chi si è messo a disposizione organizzando un business – aggiunge – siamo adesso giunti anche a chi per ideologia si è sostituita alla volontà degli utenti sostituendosi al giudizio individuale, agendo contro la loro volontà. Una scelta che avrebbe potuto rischiare di provocare danni irreversibili sulla salute a persone ignare”.

“Pensavamo fosse solo una bieca storia di soldi e interessi personali, invece – afferma il commissario Covid di Palermo, Renato Costa – dall’inchiesta emerge che questa infermiera dell’ospedale Civico, che svolgeva occasionalmente turni vaccinali alla Fiera del Mediterraneo, non credeva nella scienza e ha messo le sue idee antiscientifiche davanti al suo lavoro e alla sua missione di protezione. Il prezzo di questo tradimento lo hanno pagato tutti quei cittadini che credevano di essere vaccinati e, nostro malgrado, lo paghiamo noi che, come hub, eravamo convinti di aver reso loro un servizio. Sarà nostra cura ritirare tutte le loro pratiche, contattarli uno a uno, verificare il loro stato immunologico”.

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