Lockdown infinito delle Rsa: “Lì l’emergenza non finirà”

Vaccinazioni anti-Covid nella residenza per anziani 'Anni Azzurri' a Roma.
Vaccinazioni anti-Covid nella residenza per anziani 'Anni Azzurri' a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Per loro il lockdown non è mai finito e l’emergenza non finirà il 31 marzo. Sono i pazienti delle Residenze sanitarie per anziani e per disabili che da due anni vivono senza l’affetto dei loro cari. Esiliati dai contatti fisici con figli, genitori, fratelli e sorelle, separati dal mondo familiare.

“Molte strutture restano ancora chiuse alle visite e, lì dove sono consentite, le modalità sono disumane”, spiega Claudia Sorrentino, coordinatrice di un comitato di parenti che per denunciare questa situazione ha organizzato una mobilitazione per il 30 marzo a Roma, una manifestazione nazionale sotto il ministero della salute.

“Le visite si svolgono attraverso vetri, pannelli divisori, tavoli fra noi e loro, nessun tipo di contatto fisico -spiega Sorrentino- anche lo spazio temporale è compresso, una ventina di minuti solo con prenotazione in fasce orarie impossibili per chi lavora. E nessuna visita la domenica”.

Modalità che deprimono il mondo dell’affettività terapeutico soprattutto per questi pazienti fragili, malati di alzheimer, demenza o malattie degenerative. “Questa situazione sta portando o ha già portato alla morte dei nostri parenti per depressione e sindrome dell’abbandono, molti portano i segni di traumi psicologici. Impedire ad un anziano o a un disabile di abbracciare i propri cari è mostruoso: noi parenti siamo parte fondamentale della loro cura e invece veniamo trattati come problemi da non far avvicinare”, spiega Sorrentino.

Per i parenti di questi pazienti poi le severe misure anti Covid che permangono nelle Rsa e nelle Rsd “non hanno impedito al virus di circolare”. “Nell’ultimo anno anche nelle strutture dove erano negate le visite il virus ha circolato comunque con sintomatologia assente o lieve -spiega ancora Sorrentino- Del resto quando andiamo a fare visita esibiamo il tampone negativo”.

Misura che per il Coordinamento dovrebbe essere l’unica da mantenere mentre fino a fine anno l’ingresso sarà consentito solo col green pass rafforzato: “chiediamo al ministro Speranza di rivedere le regole perchè lasciando discrezionalità alle strutture gli ha permesso di non cambiare nulla, lì dentro l’emergenza non finirà anche perchè così ovviano alla cronica carenza di personale”.

Per i parenti inoltre l’accesso alle strutture “è anche occasione di verifica della situazione interna”. “Non possiamo vedere da due anni le camere dove dormono e vivono anche se molti di loro sono allettati, questo è molto pericoloso perchè gli unici a poter controllare lo stato dei reparti eravamo noi, le Asl infatti annunciano le loro visite. Ora nessuno sa più se dentro viene rispettata la loro dignità”, aggiunge Sorrentino.

La mobilitazione del 30 marzo servirà per chiedere un tavolo governo-Regioni su questo tema. “Abbiamo decretato la fine dell’emergenza ma c’è la parte più vulnerabile di questo paese che ancora è in emergenza e rinchiusa, le Rsa furono teatro delle pagine più brutte della prima ondata e i fragili vanno tutelati ma se il paese va verso una nuova normalità non può dimenticare anziani e disabili -conclude Sorrentino – E’ una sofferenza troppo grande venire allontanati dai tuoi genitori, dai tuoi figli, dai tuoi nonni. Chiediamo al ministro di non dimenticarli”.

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