Guerra Ucraina: bombe su Mariupol dal mare, colpita scuola con sfollati

Soccorritori combattono un incendio dopo bombardamenti a Sumy , Ucraina. (ANSA/ PROTEZIONE CIVILE UCRAINA)

ROMA. – L’assalto russo a Mariupol è sempre più violento. L’Armata ha iniziato a colpire anche dal mare la città martire del sud dell’Ucraina, dopo aver portato i carri armati per le strade del centro. E si teme una nuova strage, a causa di un bombardamento che ha colpito una scuola trasformata in un rifugio per almeno quattrocento sfollati. Ennesimo dramma di vittime innocenti in una guerra che, a dispetto di alcuni segnali di ottimismo sul fronte diplomatico, rischia di un’ulteriore escalation. Perché secondo l’intelligence di Kiev l’ingresso nel conflitto della Bielorussia al fianco di Putin appare imminente.

Nella città portuale del sud ridotta ormai ad uno scheletro, la popolazione sotto assedio ha vissuto una nuova giornata da incubo. Questa volta sotto il fuoco russo è finita una scuola, diventata un rifugio per circa 400 sfollati, hanno denunciato le autorità municipali. E come per il teatro, è iniziata la corsa a cercare sotto le macerie donne, bambini e anziani. I soccorsi sono resi ancora più difficili per via dei combattimenti strada per strada. E la morsa dei russi si è stretta ulteriormente con proiettili lanciati da quattro navi della Marina.

“La città continua a essere bombardata sia dal cielo che dal mare”, ha reso noto il consigliere del sindaco Pet Andrushenko, affermando che gli occupanti sembra siano ansiosi di spazzarci via”. Questo caos ha un effetto anche sulle evacuazioni, che continuano a procedere ad estremo rilento. Per i civili in trappola c’è anche un altro spettro, quello della deportazione. Secondo il Municipio in migliaia sono stati obbligati a trasferirsi in Russia.

La guerra non ha risparmiato i civili neanche nell’est del Paese. Dove si è avuta notizia di una strage in una casa di riposo. Cinquantasei anziani nella città di Kreminna sono stati uccisi sotto il fuoco di un carro armato russo, ha reso noto il capo della regione di Lugansk, Serhii Haidai. L’attacco è avvenuto nei giorni scorsi, ha precisato Haidai, denunciando che altri 15 residenti della casa di cura sono stati portati a Svatove, centro urbano occupato dalla Russia.

Sugli altri fronti l’Armata di Putin ha continuato ad attaccare dal cielo e con l’artiglieria, prendendo di mira soprattutto depositi di armi, munizioni, centri di comando e basi. A Zhytomyr nel nord del Paese, Mosca ha riferito di aver colpito un centro di addestramento, uccidendo oltre 100 tra mercenari stranieri e forze speciali ucraine.

Secondo il ministero della Difesa britannico, gli invasori insisteranno su questa strada per supportare gli assalti di terra, che procedono con grandi difficoltà – e numerose perdite – a causa dell’efficace resistenza degli ucraini. Basta citare i numerosi alti comandanti russi uccisi, per ultimo il vicecomandante della flotta del Mar Nero.

Nell’ambito di questa strategia la Russia ha lanciato un altro missile ipersonico Kinzhal, per la seconda volta in due giorni. L’arma di ultima generazione ha colpito un deposito di carburante vicino alla città meridionale di Mykolaiv. L’utilizzo di un dispositivo così potente, per gli Stati Uniti, suona come un avvertimento di Putin all’Occidente ma anche come un tentativo di “riprendere slancio” in un conflitto in cui il suo esercito si è impantanato, ha affermato il capo del Pentagono Lloyd Austin. Rilevando che le truppe “non sono efficaci nei loro movimenti a terra e sono bloccate” dagli ucraini, “che stanno combattendo valorosamente”.

In questo quadro, Kiev teme che la Russia provi a forzare ulteriormente la mano aprendo un altro fronte. Secondo fonti di intelligence, c’è una “minaccia alta” di un’offensiva della Bielorussia in direzione Volyn (nord-ovest), che potrebbe iniziare nelle prossime 48 ore. Proprio nei giorni scorsi il presidente Alexander Lukashenko, fedele alleato di Putin, aveva avvertito gli ucraini che avrebbe risposto ad una non meglio precisata “escalation di Kiev contro Minsk”.

(di Luca Mirone/ANSA)

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