BARI. – I bunker di Mariupol, dove i bombardamenti russi si fanno sempre più feroci, non sono un posto adatto per proteggere i suoi due figli e neppure per partorire la sua terza bambina. Per questo Nastya, 34 anni, incinta al nono mese, ha deciso di fuggire dall’Ucraina e cercare riparo in Italia. Qui è stata accolta e ha trovato casa in Puglia dove ha dato alla luce la piccola Anna, poco più di tre chili e “un grande segno di speranza”.
E’ così che decine di cittadini la definiscono sui social esprimendo la loro “gioia” per la “bella notizia”. “Benvenuta nella terra della pace” è il messaggio più frequente. Anna è nata nell’ospedale di Martina Franca (Taranto). Ad accompagnarla è stato Walter Trento, la stessa persona che è andata a prenderla al confine con la Polonia con il suo pulmino per portarla a Cisternino (Brindisi) dove da giorni ospita, nei suoi trulli, chi fugge dalla guerra. Walter è sposato con una donna ucraina e cerca in ogni modo di aiutare i profughi, anche portando loro gli aiuti di cui hanno bisogno.
Anna è la terza figlia di Nastya e Severen ma il suo papà non potrà abbracciarla per ora. E’ rimasto a combattere per difendere la sua terra dagli invasori. Hanno invece già potuto circondarla con il loro affetto il fratellino Ivan, sette anni, e la sorellina Maria che ieri ha festeggiato il suo sesto compleanno e il primo giorno di scuola in Italia. Mano a mano che i giorni passano una nuova normalità e nuove emozioni positive prendono il posto della paura.
“L’Italia, la Puglia e Cisternino – assicura il sindaco Lorenzo Perrini – proveranno a darvi tutto quanto umanamente possibile per farvi sentire a casa”. Sin dal suo arrivo Nastya è stata monitorata dall’equipe del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale tarantino, diretto da Raffaele Tinelli.
“Sta benissimo, è giovane e ha partorito in maniera naturale ma è triste – spiega Tinelli – Per lei è un momento drammatico, il marito è ancora lì. L’idea di partorire in un teatro di guerra è drammatica e così è venuta qui. Tutto quello che possiamo fare, per questa gente: sarà il nostro imperativo categorico”.
“A questa giovane donna e alla sua bimba – sottolinea il direttore generale dell’Asl di Taranto Gregorio Colacicco – giungano i miei migliori auguri. La vita non si ferma, neanche davanti all’orrore della guerra ed è così che, prepotente, una bimba appena nata può, per un momento, rischiarare il buio delle notizie di morte. Questo è un messaggio di speranza”.