Ucraina: ex ciclista ‘pendolare’ dei soccorsi

Sergii Klimakov prepara il "pullman di Carla" per il viaggio in Polonia.
Sergii Klimakov prepara il "pullman di Carla" per il viaggio in Polonia. (Frame video ANSA)

PORTSCHACH. – Ha salvato la nonna e la zia e anche un’altra famiglia, in fuga dall’Ucraina e dalla guerra. Con la sua macchina, una sette posti, ha portato tutti in Italia, ha trovato loro degli alloggi a Roma e ieri sera è salito sul “bus di Carla”, la ragazza sedicenne di Favara (Ag) che ha organizzato in pochi giorni una raccolta di aiuti per oltre 12 mila euro e una missione per portare in Italia una quarantina di profughi. Il pullman, partito ieri dalla Sicilia, ha appena varcato il confine con l’Austria e fra circa 15 ore arriverà in Polonia.

Sergii Klimakov, 31 anni, ex ciclista professionista, che ha fatto parte della nazionale ucraina e ha partecipato ai Mondiali di ciclismo, è diventato ormai un ‘pendolare’ dei profughi. E’ stremato, dopo avere fatto negli ultimi giorni avanti e indietro dalla sua patria, ma anche dall’aeroporto di Fiumicino per recuperare altri connazionali che sono riusciti ad arrivare con un volo a Roma dalla Polonia.

Il ciclista, padre di quattro figli, è stato il trait d’union con la famiglia Bartoli, animatrice della Farm cultural park, che ha dato il via alla missione umanitaria “Favara for Ukraine”. “Su Telegram ho più di 250 persone che sperano di potersi mettere in salvo arrivando in Italia. Ma ho anche sfoghi di connazionali che sono arrivati in Belgio e che stanno avendo difficoltà di identificazione – spiega l’ex ciclista che ha vissuto a San Leone, area balneare di Agrigento – .

Con questo viaggio partiranno in 50, ma gli altri aspetteranno altri pullman, due dei quali dovrebbero arrivare sabato. E’ complicato, ma sto facendo di tutto per mettere in sicurezza i miei connazionali che arrivano in Polonia e non riescono a fare ulteriori trasferte”.

Si tratta di gente povera, anzi poverissima, che ha perso ogni cosa e che talvolta attraversa la foresta per riuscire a giungere in Polonia. “Quando sono andato via dall’Ucraina, perché mia moglie non si sentiva sicura, ho vissuto a Torino che era però una città cara – racconta – . E poi, grazie a un amico, mi sono trasferito ad Agrigento”.

Sergii, che durante una pausa del viaggio scende dal pullman per improvvisarsi anche lavavetri, da 8 anni vive a distanza gli scontri con la Russia. “Siamo andati via quando la situazione ha cominciato a complicarsi, anche se non pensavamo sfociasse nell’invasione. Gli italiani hanno un cuore grande e stanno aiutando, come possono, molti miei connazionali”.

L’idea di soccorrere i profughi, organizzando una raccolta fondi per noleggiare il pullman, coinvolgendo concittadini e non per organizzare l’ospitalità, è della sedicenne Carla Bartoli, che attualmente studia a Parigi e che vuole intraprendere la carriera diplomatica. Sul pullman c’è la mamma della giovane, Florinda Saieva, che ha provveduto a trasportare viveri, coperte e medicine al confine tra Polonia e Ucraina, da dove soccorrerà, trasferendole nell’Agrigentino e nel Nisseno, 50 persone: soprattutto donne e bambini.

(di Concetta Rizzo/ANSA)

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