Scure Ue su Mosca, bloccato il lusso e 3,3 miliardi acciaio

BRUXELLES.  – Nuova scure dell’Unione europea sulla Russia, con un nuovo pacchetto di sanzioni – il quarto – che infligge non solo un altro colpo all’economia con il blocco dell’import di acciaio, che vale circa 3,3 miliardi di euro. Ma sferra anche un attacco ai consumi e le abitudini dell’élite russa che ama il lusso europeo: niente più borse, alta moda, belle macchine dei grandi marchi e vini di pregio. Un giro d’affari che l’anno scorso ha visto i russi spendere intorno ai 3,5 miliardi.

E mentre nel mirino di Bruxelles, finiscono anche altri 15 oligarchi il messaggio che arriva dall’Ue è “chiaro: coloro che consentono l’invasione dell’Ucraina pagano un prezzo per le loro azioni”, ha spiegato l’Alto rappresentante, Josep Borrell.

Nel complesso, gli individui colpiti dalle misure Ue sono ora 877 e 62 (erano 9 in meno) le entità finite nel mirino delle sanzioni europee. Oltre al nome già emerso del patron del Chelsea Roman Abramovich, tra gli oligarchi chiave vicini a Vladimir Putin colpiti dalle sanzioni figura adesso anche quello del fondatore della conglomerata finanziaria Alfa Group German Khan. Ma anche un nome di spicco nella macchina della propaganda putiniana come quello di Konstantin Ernst, numero uno del canale televisivo Channel One Russia, balzato alle cronache per la protesta anti-guerra di una sua giornalista andata in onda ieri.

Tornando al blocco delle esportazioni del lusso si parla dei beni più disparati, dai cavalli, ai tartufi e persino al caviale (ma non viceversa: resta possibile importare nell’Ue le pregiate uova di storione russo). E ancora, birra e vino, inclusi champagne e spumante, auto, barche e aerei, ma anche seggiovie, funicolari e moto. Basta poi alla vendita di mazze da golf, tavoli da biliardo e sci europei. Con un meccanismo, quello messo a punto dall’Unione europea, che prevede soglie di prezzo per i beni finiti nella lista: fino a 300 euro per alcune categorie, 50 mila per le auto, 5 mila per le moto, tanto per citare alcuni esempi.

L’idea è “assicurarsi che il divieto si applichi a prodotti di lusso di fascia alta – ha spiegato un alto funzionario europeo: vogliamo privare di alcuni beni un numero di membri dell’élite russa e allo stesso tempo limitare l’impatto sulla popolazione generale”.

Da segnalare tra l’altro l’impatto deflagrante di una misura apparentemente tecnica come il bando sui rating, la possibilità di ottenere un voto sulla solvibilità di chi emette obbligazioni: un passaggio che nei mercati internazionali consente la formazione dei prezzi e orienta gli investitori istituzionali, senza il quale si impedirà ulteriormente alle entità russe di accedere ai mercati finanziari europei.

L’Ue resta determinata ad proseguire se servirà: “Tutte le opzioni restano sul tavolo”, ha detto il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. L’Europa, ha anche segnalato, ora “ha il diritto di aumentare i dazi doganali sui prodotti russi in qualunque momento”, dopo la sospensione dello status della Russia all’organizzazione internazionale del commercio (Wto).

Una mossa, quella di Bruxelles, seguita sulla falsa riga da Londra che ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro Mosca che colpisce l’import dalla Russia per un valore di oltre un miliardo di euro. E prende di mira la vodka, cui sarà imposto un dazio aggiuntivo del 35%, oltre ai beni di lusso, incluso l’import-export di veicoli costosi per isolare ulteriormente Mosca dal commercio globale”.

La Russia ha intanto reagito alle misure occidentali ,annunciando sanzioni contro presidente americano Joe Biden e il segretario di Stato Antony Blinken, per i quali scatta il blocco di ingresso nel Paese e il congelamento di asset. In risposta alle sanzioni dei Canada, poi, Mosca ha stilato a sua volta una “lista nera” di 313 cittadini canadesi tra i quali figura anche il premier Justin Trudeau, e le ministre canadesi degli Esteri e della Difesa, Melanie Joly e Anita Anand.

(di Sabina Rosset/ANSA).

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