Il Nobel Parisi: “Negare la complessità è l’essenza della tirannia”

Giorgio Parisi con la medaglia del Nobel 2021 per la Fisica.
Giorgio Parisi con la medaglia del Nobel 2021 per la Fisica. EPA/EMANUELE VALERI

ROMA. – La negazione della complessità è l’essenza della tirannia: a dirlo è il premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi al termine della conferenza all’Accademia Nazionale dei Lincei. Parisi ha ripercorso nel suo intervento accademico gli studi che hanno portato alla modellizzazione matematica dei sistemi complessi concludendo con una riflessione sui pericoli della perdita di complessità, sia che si parli di atomi che di società.

In generale i sistemi complessi sono caratterizzati dall’essere costituiti da molti elementi in relazione tra loro, a volte di cooperazione altre di competizione, ed evolvono in modo dinamico trovando un grandissimo numero di possibili condizioni di equilibrio. Lo sono moltissimi sistemi, dai vetri di spin agli ecosistemi fino ai personaggi delle tragedie di William Shakespeare: “se sostituiamo la parola atomi con persone e l’orientamento magnetico con campo politico, abbiamo sempre la stessa modellizzazione matematica”.

La comprensione matematica per modellizzare questa tipologia di sistemi, proprio i lavori cha hanno valso il Nobel per la Fisica al vicedirettore dei Lincei e fisico della Sapienza di Roma, ha trovato applicazioni praticamente in ogni ambito della ricerca scientifica, dallo studio dei materiali all’ecologia, fino alla finanza.

Ma la perdita di alcuni elementi può limitare la complessità: “Se questo meccanismo di competizione e cooperazione, di controlli e bilanciamento vari, viene violato è possibile allora che il sistema globale possa non essere più ‘complesso’, ad esempio un tumore o una malattia in un vivente o una dittatura nella società”, alterazioni e degenerazioni che portano a punti di equilibrio non più modificabili.

“La perdita della complessità è pericolosa”, ha aggiunto Parisi, e riprendendo un monito attribuito allo storico ottocentesco Jacob Burckhardt, ha concluso: “La negazione della complessità è l’essenza della tirannia”.