Ucraina: assedio alle città, bombe anche ad ovest

Un soldato ucraino contempla la distruzione nella città di Bucha.
Un soldato ucraino contempla la distruzione nella città di Bucha. EPA/ROMAN PILIPEY

ROMA. – La guerra dell’esercito russo in Ucraina si estende verso ovest, con un raid sulla città di Lutsk, dove tre missili hanno colpito l’aeroporto. Missili e cannonate segnalati anche su Ivano-Frankivsk, un centinaio di chilometri a sud di Leopoli. E da Mosca – dove il presidente Putin ordina al suo esercito di sostenere anche l’invio di combattenti ‘volontari’ – arriva la conferma: sono bombardamenti di lungo raggio ed alta precisione contro altrettanti piccoli aeroporti.

All’indomani del sostanziale fallimento dell’incontro in Turchia tra i ministri degli Esteri di Mosca e di Kiev, si chiudono dunque gli spiragli di una tregua. Attacchi russi anche a Dnipro, città dell’ entroterra sul fiume Dnepr, nella parte centro-orientale: almeno tre esplosioni, una avrebbe colpito una fabbrica di scarpe, le altre due vicino ad un asilo nido e ad un condominio, secondo rapporti diffusi dalla Bbc.

E su un altro fronte, le autorità ucraine denunciano che un raid ha colpito l’istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, sede di reattore nucleare sperimentale, mentre continua l’avvicinamento verso Kiev: la Difesa americana registra un ulteriore progresso dei militari di circa 5 chilometri, e le immagini satellitari mostrano che il convoglio di mezzi di 60 chilometri che si muoveva verso la capitale si è ridistribuito in aree circostanti.

Resta intanto il dramma delle città assediate, a Mariupol il vicesindaco ha riferito che oltre 1.200 corpi sono stati rimossi dalle strade e si è iniziato a seppellirli nelle fosse comuni. Nuove fosse comuni si scavano anche a Bucha, sobborgo a nordest di Kiev, da giorni colpito insieme al vicino Irpin da violenti attacchi, mentre le milizie filorusse del Donbass rivendicano di avere conquistato Volnovakha, cittadina strategica a nord di Mariupol.

Da Mosca invece arriva l’accusa agli Usa di svolgere “attività biologiche militari in Ucraina”, con la richiesta di convocare oggi il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il presidente ucraino Zelensky replica negando che nel suo Paese si fabbrichino armi chimiche, dicendosi preoccupato che si tratti di un pretesto per condurre attacchi con armi proibite: “Se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda cosa la Russia accusa gli altri di pianificare”, dice.

Sul fronte economico, l’Occidente punta ad isolare sempre di più la Russia, con gli Usa capofila, che vogliono togliere tutti i privilegi commerciali a Mosca. L’annuncio della revoca arriverà insieme al G7 e ai leader dell’Ue. E consentirà agli Usa di imporre dazi più alti rispetto agli altri membri Wto.

Via libera del Senato americano, intanto, allo stanziamento di 13,6 miliardi di dollari per l’Ucraina. E sono pronti a nuove sanzioni anche i leader europei riuniti a Versailles: hanno chiesto alla Russia di fermare le operazioni militari, garantire gli accessi umanitari e la sicurezza delle centrali nucleari. Più interlocutoria, invece, la posizione sulla richiesta di adesione alla Ue.

Boccia invece le sanzioni Pechino, secondo cui sono un “danno per la ripresa mondiale”, mentre a causa della guerra e delle sanzioni si indebolisce il profilo di credito della Bielorussia, con Moody’s che ne taglia di quattro livelli il rating, Ba3 a Ca, ultimo gradino prima del default, con outlook negativo.

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