Coronavirus Italia: risale la curva dei contagi, oltre 54.000 casi

Reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Cremona
Reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Cremona.

ROMA. – La curva dei casi di Covid-19 in Italia torna a salire. Accade dopo cinque settimane di relativa calma, durante le quali si osservava una discesa, inizialmente decisa e poi sempre più lenta. E’ un dato che la Fondazione Gimbe rileva a livello nazionale, con un aumento dell’1,5% negli ultimi sette giorni.

Che ci sia una ripresa dell’epidemia è evidente anche a livello delle province, in due terzi delle quali l’incidenza sta aumentando, come emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Una crescita che, secondo i dati elaborati dallo statistico Livio Fenga, dell’università britannica di Exeter, potrebbe portare a un aumento dei casi del 3,9 nel prossimo mese.

Nel frattempo si avvicinano le scadenze stabilite da tempo per le riaperture e il governo è al lavoro per tracciare la road map dell’allentamento delle misure anti-Covid in vista della fine dello stato di emergenza. Fra i nodi da sciogliere ci sarebbero l’utilizzo delle mascherine a scuola e nei luoghi al chiuso, e la gradualità con cui superare l’utilizzo del Green pass.

In proposito si starebbe valutando la possibilità di lasciare esclusivamente l’obbligo del Green pass base per alberghi e trasporti, legato anche alle esigenze del turismo. Non si esclude, ma ancora non sono state prese decisioni, che già dopo il 31 marzo si possa tornare alla capienza al 100% negli stadi.

L’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute indica che nelle ultime 24 ore i casi positivi sono aumentati da 48.483 a 54.230, mentre nei tamponi si osserva una differenza meno marcata (sono aumentati da 433.961 a 453.341. Di conseguenza il tasso di positività è salito dall’11,7% al 12%.

Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta la discesa dei nuovi casi settimanali si arresta, “nonostante un calo del numero dei tamponi dell’8,8% rispetto alla settimana precedente”. Per quanto riguarda i ricoveri, nelle terapie intensive sono complessivamente 546, ossia 17 in meno in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite, e gli ingressi giornalieri sono stati 48; nei reparti ordinari sono in totale 8.414, ovvero 161 in meno in 24 ore.

Sempre sui ricoveri, l’analisi su base settimanale fatta dalla Fondazione Gimbe rileva che la curva prosegue regolarmente la discesa, con un calo del 16,4% nelle terapie intensive e del 16,1 nei reparti ordinari. I dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati al 9 marzo 2022, indica che l’occupazione delle terapie intensive è del 6% e quella dei reparti ordinari del 13%, mentre il 9 marzo 2021 i valori erano, rispettivamente, del 35% e del 31%.

Continua a scendere anche la curva dei decessi, con il 19,3% in meno in una settimana, e l’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute indica che nell’ultima giornata sono passati da 156 a 136. Per quanto riguarda l’incremento giornaliero dei casi nelle regioni, i valori più alti si rilevano in Lazio, con 6.136 casi, seguito da Lombardia (5.813), Sicilia (5.528) e Campania (5.233).

Nelle province, infine, l’analisi di Sebastiani indica che l’incidenza dei casi di Covid-19 è aumentata in poco più di due terzi e che in pochi giorni sono passate da 9 a 43 le province in cui l’incidenza è cresciuta di almeno il 10%. “Le province – aggiunge l’esperto – sono per la maggior parte raggruppate in cluster confinanti, due dei quali sono più numerosi: il primo comprende province toscane, umbre, marchigiane e laziali; l’altro province laziali, campane, pugliesi, lucane e calabresi. Considerando tutte le province nelle quali l’incidenza è in aumento, senza alcuna soglia minima, si arriva a un totale di circa due terzi di tutte le 107 province”.

Lascia un commento