Coronavirus Italia: Omicron si moltiplica, oltre 60.000 casi

Un momento dell'inaugurazione per attivazione di nuovi 18 posti letto di Terapia intensiva Covid presso l'Ospedale Umberto I, durante l'emergenza della pandemia per il Covid-19 Coronavir
Un momento dell'inaugurazione per attivazione di nuovi 18 posti letto di Terapia intensiva Covid presso l'Ospedale Umberto I, durante l'emergenza della pandemia per il Covid-19 Coronavirus, Roma, 19 marzo 2021. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – L’indice di contagio Rt torna a salire in Italia e, dopo un mese di valori bassi, si avvicina a 1, mentre si assiste ai primi segnali di aumento dei contagi in alcune regioni e l’analisi delle sequenze genetiche indica che la variante Omicron non è più sola: sono almeno tre i suoi sottogruppi in circolazione del Paese.

Sono gli elementi di uno scenario in evoluzione e sul quale è presto per fare previsioni: servono più dati, dicono gli esperti. Intanto i numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia restano alti e l’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute indica che i nuovi casi sono stati 60.191. Un balzo notevole dai 22.083 del giorno precedente, ma che corrisponde a quello dei test, da 188.274 a 531.194, fra molecolari e antigenici rapidi. Il tasso di positività che ne deriva è dell’11,3%, confrontabile con l’11,7% di 24 ore prima.

Per quanto riguarda i ricoveri, nelle terapie intensive sono 592, ossia 18 in meno in un giorno nel saldo tra entrate e uscite, e gli ingressi giornalieri sono stati 50; nei reparti ordinari sono 8.776, ossia 213 in meno in un giorno. In 24 ore i decessi sono aumentati da 130 a 184. Nelle regioni, il maggiore incremento giornaliero si rileva in Sicilia, con 7.049 casi, seguita da Lombardia (6.497), Lazio (6.214), Puglia (6.026).

I numeri dell’epidemia descrivono una situazione non facile in vista del 31 marzo, la data prevista per la conclusione dello stato di emergenza, tanto che Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, ha osservato che “si chiude l’emergenza giuridica il 31 marzo, ma questo non significa che è finita l’emergenza sanitaria”.

D’altro canto, nell’arco di un mese le cose sono cambiate rapidamente: “Dall’inizio di febbraio l’indice Rt era pari a 0,7, ora si sta avvicinando a 1”, ha detto all’ANSA il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Dati e analisi scientifiche’.

L’aumento di questo valore è indicato dai gruppi di ricerca che calcolano gli indici equivalenti all’Rt: il sito CovidTrends indica il valore 0,9; il sito CovidStat dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) indica il valore 0,82 (intermedio fra 0,91 e 0,74); la stima di Rt al 4 marzo era di 0,89, riporta sul suo sito il fisico fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento.

“Da tre giorni si sta assistendo a un aumento dei casi, pari al 23% rispetto alla settimana precedente”, ha proseguito Sestili, mentre ieri si notava un aumento del 14%, sempre nell’arco di una settimana. Certamente, ha detto ancora, “tre giorni sono pochi e i dati sono poco solidi per trarre conclusioni; l’andamento va confermato nel tempo e solo nella prossima settimana si potrà dire qualcosa di più preciso”.

Al momento, ha detto, le regioni che mostrano un aumento dei casi negli ultimi giorni sono Umbria, Calabria, Molise e Valle d’Aosta. Guardando al futuro, al momento, secondo Sestili, si può dire solo che “è difficile pensare di abbattere i contagi a qualche centinaio, laddove non abbiamo avuto misure di contenimento, in quanto abbiamo puntato sui vaccini che limitano la malattia grave”. Ancora “fa freddo e si stanno allentando le misure. Di conseguenza – ha aggiunto – un colpo di coda è plausibile”.

Nel frattempo il Ceinge-Biotecnologie avanzate, analizzando i dati della banca internazionale Gisaid, indica che sono tre le ‘sorelle’ della variante Omicron (B.1.1.529) del virus Sars-CoV-2 attualmente in circolazione in Italia, dove non si rileva più la presenza della Delta né di varianti diverse dalla Omicron. Quest’ultima rappresenta ormai il 100% del virus circolante, ma la sua prima versione, la BA.1 si sta contraendo per l’incalzare della BA.1.1, presente per il 36%, e della BA.2, pari al 5%. Una terza sottovariante, BA.3, è al momento molto poco presente.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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