Piazza Affari resiste ai delisting ma perde valore

Persona con mascherina per proteggersi dal Coronavirus in piazza affari davanti all'ingresso della Borsa a Milano.
Persona con mascherina in piazza affari, davanti all'ingresso della Borsa di Milano. (ANSA/Mourad Balti Touati)

MILANO.  – Piazza Affari resiste ai delisting ma, negli ultimi cinque anni, ha perso 55 miliardi di capitalizzazione. Negli ultimi venti anni a Milano si registra un saldo positivo tra le società che hanno detto addio alla Borsa e i nuovi arrivi. Con la convinzione sempre più diffusa che il mercato rappresenta una “opportunità di lungo periodo”.

Negli ultimi venti anni, secondo la fotografia scattata dalla ricerca di Intermonte e dalla School of Management del Politecnico di Milano,, le ammissioni a Piazza Affari sono state 448, mentre i delisting sono 336 di cui ben 268 sul listino principale (Exm, già Mta), che ne ha guadagnate “solo” 185. Il mercato non regolamentato per le Piccole e medie imprese (Egm, già Aim Italia, che conta oggi ben 174 società quotate) ha attratto 263 imprese quotate e ha visto solo 68 cancellazioni.

Dai dati emerge quindi un trend di arretramento del numero di msocietà quotate dal listino principale, a fronte di una forte crescita del segmento non regolamentato. Il saldo netto di mlisting e delisting è comunque positivo e, a fine 2021, è stata superata la soglia record di 400 società quotate (407) a Piazza Affari, ma si è vista anche una mutazione del profilo del mercato azionario, molto più orientato verso le small cap.

Per le aziende sane la quotazione in Borsa risulta essere un “acceleratore della crescita e remunera gli investitori in maniera soddisfacente”, afferma Guglielmo Manetti, mamministratore delegato di Intermonte. “La quotazione in Borsa – aggiunge – rappresenta un vantaggio competitivo di lungo termine. In quest’ottica, utilizzare l’Ipo come “porta scorrevole” può essere sì una forte tentazione laddove ci siano condizioni attraenti, ma vanifica numerose opzioni future di sviluppo e valorizzazione della società”.

Nel 2021 oltre 400 quotate ma in 5 anni -55 mld capitalizzazione

I delisting hanno però causato una importante perdita di capitalizzazione per Piazza Affari, superiore, negli ultimi 5 anni, a 55 miliardi – ‘mangiandosi’ quasi un quarto della crescita dei corsi azionari dello stesso periodo. In particolare, fra il 2017 e il 2021, sono ben 105 le aziende che hanno dato l’addio a Piazza Affari.

Molte aziende solide si quotano, raccolgono denaro, crescono prima e dopo l’Ipo, “generando occupazione, innovazione, valore e buoni rendimenti”, sostiene Giancarlo Giudici, docente della School of Management del Politecnico di Milano. “In poche parole – aggiunge – rimanere quotati molto spesso paga di più nel lungo termine rispetto a strategie più opportunistiche di breve respiro”.

(di Massimo Lapenda/ANSA).

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