L’Ucraina all’Expo tra timori guerra e post-it solidali

Messaggi di solidaritá nel padiglione di Ucraina all'Expo 2020

DUBAI, 08 MAR – “Dobbiamo mantenere operativo il Padiglione dell’Ucraina fino alla fine perché è un’opportunità di avere una piattaforma qui a Expo 2020, un luogo dove tutti i Paesi sono rappresentati, per informare i nostri visitatori su ciò che sta accadendo in Ucraina con la guerra”.

Inoltre, “è un luogo per riunire gli ucraini che vivono negli Emirati o i turisti che non hanno modo di rientrare nel Paese, per sostenerci a vicenda, mandare messaggi nel Paese, coordinare sostegno umanitario”.

Ivan Sydorenko, direttore del Padiglione dell’Ucraina a Expo Dubai, spiega così la trasformazione della struttura del Paese alla manifestazione, diventato oggi un luogo di testimonianza della solidarietà nei confronti della nazione devastata dalla guerra. Sono ogni giorno sempre di più, i messaggi di sostegno lasciati dai visitatori con centinaia di post-it colorati sulle pareti del padiglione. “Siate forti”, “tutto il mondo è con voi”, “siete nei nostri cuori”, “non siete soli”, “preghiamo per la pace”, “basta guerra”, sono alcuni dei messaggi.

“É impossibile descrivere a parole come mi sento a essere lontano dalla mia casa, dai miei genitori, i miei parenti e amici. La mia patria, l’Ucraina, viene distrutta”, ha detto Sydorenko. “Apprezziamo i nostri partner internazionali per ogni forma di sostegno” e “apprezziamo ogni forma di pressione sulla Russia per fermare questa guerra, economica e diplomatica. Speriamo insieme di fermare questa guerra e portare pace nel Paese”, ha sottolineato.

Il padiglione è nato per raccontare un’Ucraina proiettata verso un futuro smart e votato all’innovazione, ma ora il messaggio è unico: “Stand With Ukraine”, sostegno all’Ucraina. “Il padiglione si è trasformato in un simbolo di pace e libertà”, ha raccontato Kateryna Moroz dell’organizzazione del padiglione. “Riceviamo tanti visitatori, diventano sempre di più ogni giorno” e vogliono “condividere le sensazioni, il dolore e ci sostengono. Siamo molto grati di questo, è una bellissima sensazione”.

“Le famiglie di tutto il nostro staff sono ancora in Ucraina in differenti regioni” ed è difficile mantenere i contatti, ha detto Moroz. “A volte non ci sentiamo per due o tre giorni. I miei parenti sono nell’est dell’Ucraina e non ci sono stati collegamenti per due giorni, ma oggi la vicina di mia madre mi ha scritto un messaggio, dicendomi che andava tutto bene”.

“Tutti noi vogliamo tornare in Ucraina, ma tecnicamente non possiamo. I cieli sono chiusi, quindi stiamo qui e possiamo solo pregare. Ma dopo Expo, sicuramente torneremo in Ucraina”, ha sottolineato.

Oggi, il padiglione ucraino è un concentrato di colori per tutti i messaggi di solidarietà lasciati dai visitatori. “Ho visto tanti messaggi dalla Russia, tante persone ci sostengono” dal Paese responsabile dell’invasione, ha detto Moroz. “Anche gli italiani ci sostengono, lo apprezzo molto e spero un giorno di visitare l’Italia, è il mio sogno”.

E tra gli italiani solidali c’è la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che visitando il padiglione ha voluto lasciare il suo post-it di vicinanza al popolo ucraino e di auspicio per la pace. “Un pensiero va a tutti i civili, ma in questo giorno” di 8 marzo “in particolare va alle donne”, ha detto. “Storicamente è proprio sulle persone più vulnerabili, le donne, i bambini, gli anziani, che qualunque crisi colpisce in modo particolare”.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA).