Rivista Italiana Difesa: Russia fatica con gli attacchi aerei

Resti di un aereo russo abbattuto nelle vicinanze di Chernobyl.
Resti di un aereo russo abbattuto nelle vicinanze di Chernobyl. (EPA/State Emergency Service press service)

ROMA. – Dopo 12 giorni di guerra la situazione sul campo ucraino vede una difficoltà della Russia a manifestare la propria superiorità aerea, con diverse perdite di velivoli registrate nel weekend. Sul fronte terrestre è invece in corso il tentativo di accerchiare Kiev ed il morale tra i cittadini sarebbe basso.

L’analisi è di Igor Markic e Pietro Batacchi, della Rivista italiana difesa (Rid). Gli esperti definiscono “giornata nera” quella di sabato per l’Aeronautica militare di Mosca, che avrebbe perso ben 10 mezzi per mano di missili contraerei, principalmente della categoria ‘Manpads’: si tratta di sistemi a corto raggio trasportabili a spalla, come gli Stinger, non a caso molto richiesti dall’Ucraina nei suoi appelli ai vari Paesi; proprio gli Stinger, a quanto emerso da indiscrezioni, sarebbero parte del materiale inviato dall’Italia.

“La Russia, così – rilevano Markic e Batacchi – continuerebbe a faticare ad acquisire la superiorità aerea, situazione che potrebbe essere causata dal fatto che, negli ultimi giorni, si sarebbe registrato un minore ricorso a munizionamento guidato, forse per via di una ridotta disponibilità. Gli attacchi aerei, dunque, avverrebbero a quote medie o basse per ottimizzare l’impiego di bombe a caduta, ma ciò porrebbe gli aeromobili di fronte ad accresciuti rischi di ingaggio da parte delle difese aeree a corto-medio raggio ucraine”.

Sul fronte terrestre, proseguono gli esperti di Rid, “i russi stanno provando a riprendere Irpin e Bucha, cittadine e nordovest di Kiev e teatro di violenti combattimenti. Se le truppe russe dovessero riuscire a prendere e consolidare il controllo di questi due obiettivi, poi potrebbero spingersi più a sud per accerchiare la città e ricollegarsi con le truppe provenienti da est, ovvero dalla direttrici Nova Basan/Bobrovytsia.

Scontri furibondi si sono avuti anche nelle aree di Obolon e Svyatoshyne, sempre nel nord-ovest della capitale, che continua inoltre ad essere bersagliata da attacchi missilistici e razzi. Questi, tuttavia, sembrerebbero essere in diminuzione, cosa che potrebbe nascondere un depauperamento delle scorte inizialmente assegnate all’operazione”.

Dall’altra parte, però, l’analisi segnala che “il morale in città starebbe crollando, almeno fra la popolazione civile, e ci risulta che, difatti, da un paio di giorni a questa parte il numero di residenti e rifugiati che lasciano la città starebbe aumentando vertiginosamente”.

Sabato e domenica, inoltre, “l’importante centro industriale di Kramatorsk ha cominciato a ricevere i primi attacchi missilistici, con un ordigno abbattuto dalla contraerea. Qualora Kramatorsk e la vicina Sloviansk venissero attaccate e conquistate (entrambe caddero brevemente nelle mani dei separatisti nel 2014), la porta per la via di Poltava (altra città importante) sarebbe sfondata”.

Sempre sul fronte sud, infine, osservano, “stamattina il capo dell’Amministrazione regionale ucraina ha affermato che i russi sarebbero entrati nell’aeroporto di Mykolaiv, città strategica per la sua posizione che di fatto aprirebbe alle forze russe le porte di Odessa (e della Transnistria)”.

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