Ucraina: Kherson occupata sfida i russi, tutti in piazza

Ucraina: carroarmato distrutto in una strada. EPA/STR
Ucraina: carroarmato distrutto in una strada. EPA/STR

LEOPOLI. – Kherson resiste. La città a nord della Crimea oggetto di scontri feroci, e considerata sulla carta più malleabile perché geograficamente locata nella parte russofona del Paese, in realtà non ha alcuna intenzione di capitolare. Passata di mano almeno due volte, per ora è l’unico grande centro abitato conquistato da Mosca. Anche se non si esclude un tentativo ulteriore delle forze ucraine di riprenderla, come indicano alcune fonti sul campo. Si vedrà.

Di certo c’è che a Kherson circa 2.000 persone hanno sfidato gli occupanti manifestando a favore del governo centrale. A favore di Kiev. “Zelensky è il nostro presidente, Putin vattene” e “gloria all’Ucraina”, recitavano gli slogan. Data la situazione, il corso centrale di Kherson davvero era gremito di gente, con i militari russi a far da cornice.

Un manifestante si è arrampicato su un blindato degli “invasori” e ha sventolato una grande bandiera ucraina mentre il mezzo continuava la sua marcia, tra le grida d’incoraggiamento dei presenti, armati di telefonino d’ordinanza. Il video è immediatamente sbarcato in rete ed è stato rilanciato dalle emittenti di tutto il mondo oltre che diventare virale sui social in Ucraina.

E non c’è da stupirsene. Sono conferme sul campo, documentate, dell’eroica resistenza che gli ucraini stanno opponendo ai russi. Fonti d’intelligence europea assicurano che il bollettino giornaliero delle perdite russe fornite dal ministero della Difesa è accurato: siamo già ad oltre 10mila soldati morti. In pratica la proporzione è di 1 a 10: un ucraino ogni dieci russi.

Una donna, Valentina Maganova, sempre a Kherson si è fatta filmare mentre, tra gli spari esplosi in aria per disperdere la folla, non indietreggiava e sventolando la bandiera urlava: “Non abbiamo paura. Ripostate questo video in tutto il mondo. Per favore, sosteneteci: Kherson è Ucraina!”. Un uomo, invece, si è sdraiato davanti a una colonna di mezzi militari russi, bloccandola del tutto – una specie di ‘tank man’ in salsa ucraina, ovvero l’uomo che da solo fermò i carri in piazza Tiananmen a Pechino nel 1989.

Un enorme camion a un certo punto ha superato la colonna e si è avventato sul manipolo di manifestanti che si trovavano intorno a lui, che pure non ha ceduto di un millimetro. Una scena analoga si è vista a Melitopol, a nord est della Crimea, dove un drappello di persone è avanzato a mani nude verso i soldati russi, armati sino ai denti, provocandone l’arretramento.

Tutto questo mentre a Mariupol si combatte. I corridoi umanitari sono saltati, tra le accuse reciproche di Mosca e Kiev, e 200mila anime aspettano ancora di fuggire da una città ormai senz’acqua, elettricità e riscaldamento. Leopoli, nell’ovest, continua a vivere la sua vita di calma relativa benché alla stazione dei treni si sono potute osservare scene di un altro tempo: il piazzale è gremito di fuggiaschi, i convogli verso l’Europa sono presi d’assalto, i vagoni scaricano profughi provenienti dall’est e i militari cercano di riscaldare gli sfollati bruciando ciocchi di legna nei bidoni di metallo mentre si distribuisce il rancio a chi ha fame e non mangia da giorni. Non basta. Una ragazza, bravissima, suona ‘What a Wonderful World’ di Louis Armstrong seduta al pianoforte, spuntato chissà perché e percome sul piazzale.

(dell’inviato Mattia Bernardo Bagnoli) (ANSA) –