Coronavirus Italia: calo ricoveri del 21%. Regioni chiedono allentamenti

Passanti lungo le vie del centro a Napoli indossano mascherine anti covid,
Passanti lungo le vie del centro a Napoli indossano mascherine anti covid, 8 febbraio 2022. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Crollano i ricoveri per Covid in Italia, facendo registrare il -21,6% in una settimana: è il calo più netto registrato nell’ultimo mese negli ospedali sentinella monitorati dalla Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).

E in un quadro di costante miglioramento della situazione epidemiologica nel Paese, le Regioni chiedono un ulteriore allentamento delle misure e la revisione del green pass. Ma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, avverte che la pandemia non è finita e una serie di regole resteranno fino a giugno, e dunque anche dopo la fine dello stato di emergenza.

La curva delle ospedalizzazioni, rileva Fiaso, ha cominciato a scendere l’1 febbraio con una lieve riduzione del 3% e per tutto il mese è stata evidenziata una decrescita graduale fino al picco registrato oggi. Negli ospedali c’è oggi lo stesso numero di pazienti della settimana prima di Natale: oltre il 90% di pazienti per Covid ha comorbidità e più del 70% è no vax o senza terza dose.

Nei reparti la diminuzione dei pazienti si attesta al 22% e nelle terapie intensive è pari al 18%. E buone notizie si registrano anche sul fronte pediatrico: Fiaso evidenzia una discesa netta per i ricoveri dei pazienti Covid pediatrici, con la percentuale di ospedalizzazioni che si è ridotta in una settimana del 26%.

Anche su base giornaliera, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) registra un calo delle ospedalizzazioni: secondo i dati aggiornati al 1/o marzo, scende infatti al 16% (-1% in 24 ore) la percentuale di posti letto in area non critica occupati da pazienti Covid, valore che esattamente un anno fa toccava il 30%. L’occupazione delle intensive è invece ferma al 7%, a fronte del 25% che si registrava lo scorso anno.

Numeri in calo sono segnalati anche dal bollettino giornaliero del ministero della Salute: sono 36.429 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 46.631), le vittime sono invece 214 (ieri erano state 233). E scendono sotto quota diecimila i ricoverati con Covid nei reparti ordinari: sono 9.954, ovvero 502 in meno rispetto a ieri. Sono invece 681 i pazienti ricoverati in intensiva, 27 in meno rispetto a ieri. Il tasso di positività è all’8,8%, stabile.

Intanto, a due anni dall’inizio della pandemia, è pesante il bilancio dei decessi in più verificatisi rispetto alla media 2015-2019 a causa del virus SasrCoV2. Si tratta di 178mila decessi ‘in eccesso’ in Italia, come documenta il 7/o rapporto Istat-Iss sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale. Il rapporto evidenzia pure come il 42% dei casi Covid in Italia da inizio pandemia sia stato diagnosticato nel gennaio 2022 per la prevalenza della variante Omicron: 4,5 mln sui 10.953.342 casi confermati al 9 febbraio.

In Italia “la situazione epidemiologica è in continuo miglioramento perché la campagna vaccinale ed altre misure come il Green Pass, stanno riducendo enormemente la circolazione del virus”, afferma Ricciardi. Tuttavia, sottolinea, “ci sono ancora milioni di persone non vaccinate. Quindi bisogna continuare a tenere la guardia all’erta”.

Nonostante la fine dello stato di emergenza il 31 marzo dunque, avverte, “sicuramente rimarranno fino a giugno una serie di regole, poi bisognerà vedere come andrà la curva. Ci può esser sempre una recrudescenza in autunno. La pandemia non è finita”.

Al contrario, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ricordando che si avvicina il termine dello stato di emergenza, afferma che “occorre un percorso di normalizzazione condiviso col Governo, a partire da una revisione di alcuni aspetti della normativa vigente”.

L’obiettivo, sottolinea, “deve essere quello di una progressione ordinata verso un ritorno alla normalità. Penso alle esigenze di aggiornamento del quadro normativo vigente, ad esempio superando almeno in certi ambiti l’obbligo della mascherina FFP2, o rivedendo le modalità di controllo del possesso del green pass nei pubblici servizi, affidando alla responsabilità dei singoli il mancato rispetto della normativa vigente”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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