Ucraina, Ammiraglio De Giorgi: “Siamo ad una svolta, Putin non si ferma”

Un ponte fatto saltare vicino al fronte nord di Kiev
Un ponte fatto saltare vicino al fronte nord di Kiev. (Photo by ARIS MESSINIS / AFP)

ROMA. – “Siamo a un punto di svolta: ora è verosimile che il prossimo passo delle forze russe sia l’accerchiamento di Kiev e delle altre città principali mediante dispositivi massicci con utilizzo estensivo di artiglieria, temo senza riguardo alcuno per la popolazione civile”.

Questa la possibile evoluzione della guerra secondo l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato Maggiore della Marina Militare. “Inizialmente – osserva De Giorgi – l’attacco all’Ucraina si è sviluppato secondo le linee tipiche di un’operazione ‘sovietica’ in una Nazione a sovranità limitata come in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968, (la cosiddetta primavera di Praga), quando il Cremlino volle interrompere con la forza la ‘deriva democratica’ di due Stati satelliti dell’Unione Sovietica: uso dei paracadutisti per catturare aeroporti, impiego di forze speciali, uso della forza mirato a disarmare e disabilitare l’esercito avversario; il tutto finalizzato a provocare la caduta del governo in carica e la sua sostituzione con elementi filo russi”.

Ma le cose sul terreno sono poi andate diversamente. “La resistenza ucraina – rileva l’ufficiale – è stata evidentemente superiore alle aspettative e la popolazione non ha affatto solidarizzato o fraternizzato con i soldati russi. Al contrario, migliaia di civili si sono arruolati nelle forze Ucraine anche ispirati dal presidente Zelensky, rimasto al suo posto nonostante l’offerta americana per una sua esfiltrazione a mezzo elicottero”.

La prevedibile evoluzione dell’offensiva sarà quindi l’attacco massiccio alle città. E il conflitto, secondo De Giorgi, “potrebbe svilupparsi in due fasi. La prima ad alta intensità di durata relativamente breve e la seconda a bassa intensità che potrebbe durare molto più a lungo, sotto forma di guerriglia. Dipenderà molto anche dalla quantità e qualità del supporto che l’Europa e gli Stati Uniti saranno in grado di fornire all’Ucraina, all’efficacia delle sanzioni, oltre alla pressione diplomatica a livello mondiale sulla Russia per una soluzione negoziata al conflitto”.

Un’ipotesi che ora non pare realistica. “Mi sembra improbabile – sottolinea – che Putin si fermi adesso. Al contrario è plausibile che acceleri e aumenti l’intensità delle operazioni militari nell’immediato”. Dall’Italia, così come da altri Paesi Nato, stano partendo aiuti militari alle autorità governative ucraine. Arriveranno, ragiona l’ammiraglio, “per la via terrestre, visto che il dominio dell’aria e del mare è sostanzialmente in mano russa. Il coordinamento per il trasporto sarà necessario. Non vedo come convogli di camion possano attraversare l’Europa verso il confine ucraino senza il consenso degli Stati da attraversare”.

Quanto al rischio di ritorsioni nei confronti dell’Italia per il sostegno dato a Kiev, il Governo italiano, spiega, “ha scelto la linea della coesione con gli alleati della Nato e con i nostri partner dell’Ue, a partire dall’applicazione delle sanzioni. Ogni scelta comporta conseguenze, ma indebolire il campo europeo o Nato sarebbe imperdonabile”.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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