Ucraina: Kiev assediata, notte di bombe sulla città

Soldati ucraini osservano il bombardamento russo di Kiev
Soldati ucraini osservano il bombardamento russo di Kiev. EPA/ALISA YAKUBOVYCH

ROMA. – “A tutte le unità è stato ordinato di avanzare in tutte le direzioni, in linea con il piano delle operazioni, dopo che l’Ucraina ha rifiutato di partecipare al processo negoziale”. Adesso l’invasione russa non ha più limiti, Kiev è sotto le bombe e in serata le sirene hanno ricominciato a gridare, in vista di una prevista, pesante ondata di bombardamenti notturni, mentre gli abitanti fuggivano nei bunker.

Le offerte di dialogo di Mosca, sincere o tattiche che fossero, non ci sono più. “Più di 100 mila invasori sono sulla nostra terra”, ha annunciato drammatico il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sui social continua a farsi vivo diverse volte al giorno con messaggi e video per ribadire la sua presenza a Kiev, ripetutamente messa in dubbio dalla velenosa propaganda russa.

Un dispiegamento-monstre confermato anche dal Pentagono, secondo cui nelle ultime 24 ore sono state inviate decine di migliaia di truppe, richiamando anche i riservisti. La battaglia per Kiev è sempre più feroce. Dal pomeriggio di sabato, e fino a lunedì mattina, un coprifuoco totale trasformerà la capitale in una città fantasma: potranno circolare solo i militari e i civili arruolati con la mobilitazione generale.

“Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico”, ha avvisato il sindaco Vitalij Klitschko, l’ex pugile che ha promesso di combattere e morire per la patria, se servirà. Mentre non si fermano la pioggia di missili anche sui palazzi e i raid d’artiglieria, il timore riguarda le infiltrazioni di sabotatori nemici, in una città sprofondata nel caos di un’esodo di massa a bordo degli ultimi treni in partenza.

In serata si era anche diffusa – rilanciata dal Kyiv Independent – la notizia dell’ospedale oncologico pediatrico Okhmadyt colpito dai russi, con la morte di un bambino. Ma l’associazione Soleterre, che opera nella capitale, ha smentito che l’ospedale sia stato raggiunto dalle bombe, citando un sanitario dell’ospedale per il quale la piccola vittima sarebbe stata colpita mortalmente fuori dalla struttura.

Secondo l’Unhcr, gli sfollati nei Paesi vicini in 3 giorni di guerra sono oltre 150 mila, più della metà in Polonia. Ma la grande fuga tocca anche la Romania, con 15 km di fila alla frontiera, e poi Ungheria, Moldavia e Slovacchia. Bratislava parla di 10 mila arrivi in 24 ore e avverte che presto non potrà accoglierne più. L’Ucraina però non si arrende.

“Gli occupanti volevano bloccare il centro del nostro Stato e mettere i loro burattini qui come a Donetsk. Abbiamo infranto i loro piani”, ha insistito Zelensky, che si è appellato alla resistenza popolare e assicurato che a breve “arriveranno le armi dai partner” anche europei, dopo che il presidente americano Joe Biden ha promesso altri 600 milioni di dollari di aiuti militari.

La svolta è arrivata da Berlino, dove Olaf Scholz ha dato il via libera alla fornitura di mille armi anticarro e 500 missili terra-aria Stinger perché, ha spiegato il cancelliere, questa aggressione segna “un cambiamento epocale” per l’Europa. Il Belgio invierà 2mila mitragliatrici e 3.800 tonnellate di carburante, mentre nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nuovi aiuti italiani, anche di carattere militare. Iniziative analoghe sono attese dal presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui “questa guerra durerà molto a lungo”.

Non a caso si riuniscono i ministri degli Esteri Ue proprio per valutare l’attivazione dello European Peace Facility: in sostanza fondi ed equipaggiamenti per la difesa di Kiev. “Faciliteremo la consegna di aiuti militari, l’Ucraina democratica prevarrà”, ha annunciato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in un tweet.

In serata Ue, Usa e i principali paesi europei – tra cui l’Italia – dopo un video-consulto tra i leader hanno deciso l’esclusione di diverse banche russe dal sistema internazionale di trasferimento fondi Swift e limiti alla Banca centrale russa per l’accesso ai mercati. Restrizioni anche ai super-ricchi russi che si comprano i passaporti europei per avere accesso ai mercati del continente. Sanzioni dunque più dure, come previsto, anche perché, come ha commentato Biden, “l’alternativa all’imposizione di dure sanzioni alla Russia sarebbe la Terza guerra mondiale”.

La capitale rimane intanto sotto assedio, tra sirene d’allarme e palazzi sventrati. Come l’edificio residenziale colpito da un missile nella notte tra venerdì e sabato, che Mosca nega però di aver preso di mira, assicurando di puntare solo a infrastrutture militari.

I timori di una guerra sporca crescono, tra giocattoli-bomba, ordigni termobarici e l’allarme dell’intelligence ucraina su possibili attacchi chimici sotto falsa bandiera in Donbass. E a far paura sono anche le forze speciali cecene inviate da Ramzan Kadyrov. Per frenare i rifornimenti russi, le truppe di Kiev hanno fatto saltare in aria diversi nodi ferroviari nell’est.

Ma la pressione continua con l’avanzata delle milizie separatiste di Donetsk e Lugansk, ogni giorno più vicine a saldare i territori sotto il loro controllo con la Crimea. E’ stata distrutta anche una diga che secondo Mosca ostacolava le forniture idriche alla penisola contesa, mentre lunghe colonne di blindati avanzano verso Kharkiv, vicino al confine. Secondo Mosca, sono almeno 821 gli obiettivi colpiti.

Si aggrava pure il bilancio delle vittime ucraine, con 198 morti, tra cui decine di civili e almeno 4 bambini, e oltre mille feriti. E tra i decessi si contano anche 6 cittadini di origine etnica greca. Mentre Kiev parla di oltre 3.500 nemici uccisi: cifre seccamente negate dai russi.

Sempre più strategica appare poi la battaglia navale, con la flotta russa nel mar Nero che rivendica la distruzione di 6 navi ucraine, “probabilmente guidate” da droni americani. Che in quelle acque si giochi una fetta importante del destino dell’Ucraina è testimoniato anche dal tentativo di Zelensky di spingere Erdogan a chiudere gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli alle navi da guerra di Mosca: un’ipotesi per ora negata dalla Turchia.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)