Presidente Mattarella: “La pace in pericolo, Ue non ceda alla violenza”

Norcia - Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto nel corso della visita a Norcia, oggi 25 febbraio 2022.
Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto nel corso della visita a Norcia, oggi 25 febbraio 2022. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

NORCIA. – “Gli italiani devono essere, e lo saranno certamente, intransigenti, determinati, uniti”. Sergio Mattarella è durissimo nel suo primo intervento dedicato alla guerra in Ucraina e lo fa da Norcia dove si è recato per la terza volta a dimostrazione dell’attenzione che il Quirinale dedica alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 2016 dove, ha sottolineato, i lavori proseguono “ma c’è ancora tanto da fare”.

Ma l’attenzione del presidente della Repubblica non può che essere centrata su quanto sta accadendo in Ucraina, sull’invasione in corso. Non cita mai Vladimir Putin nè la federazione russa ma il ragionamento del capo dello Stato è netto, senza ambiguità e tocca i principi fondanti dell’Unione europea, libertà, diritti e pace.

Sergio Mattarella sembra quasi voler motivare gli italiani alla fermezza ricordando ai cittadini che questa invasione è “una follia inaccettabile” e che sarebbe un grave errore considerarla come qualcosa di estraneo o di lontano: “ieri una nuova tragedia si è abbattuta con violenza sull’Europa; non si è abbattuta su un solo paese ma sull’intera Europa mettendo in pericolo pace e libertà. E questo riguarda ciascuno di noi”, ha sottolineato completando un discorso sul valore della pace nell’Unione.

Il presidente sembra voler esorcizzare il rischio che quanto sta accadendo ai confini orientali dell’Unione europea sia percepito dagli italiani come una crisi locale o, peggio, che le preoccupazioni per le conseguenze possano sviluppare, se non una inconscia pavidità nei cittadini, perlomeno una disincantata “realpolitik” di taglio economico.

Per questo Mattarella spinge sull’acceleratore dei valori per la difesa dei quali è giusto pagare un prezzo: ” non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quello che i popoli dell’Europa hanno costruito. Non ci si è limitati a risollevarsi dalle guerre fratricide del passato ma – ha evidenziato il presidente – è stato fatto un grande sforzo per realizzare un mondo di reciproco rispetto e collaborazione. Un mondo che non intende veder calpestati i principi della convivenza”.

C’era bisogno di un intervento chiaro anche da parte del Quirinale mentre ancora corrono voci velenose su presunti distinguo dell’Italia sull’adesione piena alla batteria di sanzioni che l’occidente sta varando contro Vladimir Putin. Non è bastato che le forze politiche si compattassero sulla linea, altrettanto rigorosa, di palazzo Chigi per spazzare via del tutto l’impressione che Roma sia l’anello debole della risposta. Tanto che in serata fonti di palazzo Chigi hanno ritenuto opportuno tornare sull’argomento: “non vi è alcuna richiesta di eccezione sulle sanzioni da parte dell’Italia. La posizione italiana è allineata a quella della Ue”, hanno ribadito.

Al di là delle sanzioni il presidente legge il rischio in prospettiva e vuole spiegarlo proprio parlando da Norcia, prima tappa di un tour dedicato al sociale che il Quirinale sta progettando per dare corpo a questo secondo settennato. Per questo ha cercato di scuotere le coscienze tenendo alto l’allarme: “il nostro è un mondo che non intende veder calpestati i principi della convivenza”. Gli europei “non si piegano alla violenza della forza: oggi si tratta dell’Ucraina e domani non si sa di quali obiettivi”.

Non poteva infine mancare una promessa ai territori colpiti dal sisma: “da allora è passato tanto tempo ma è un tempo che “non attenua l’impegno delle istituzioni ma semmai la rafforza”, ha garantito Mattarella da Norcia. Sabato sarà al Corviale, uno dei simboli delle periferie difficili della capitale. Un altro segnale di attenzione al sociale in continuità a quella lotta alle disuguaglianza che è stato il filo conduttore del suo discorso d’insediamento.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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