Rapine violente in centro Torino, giovani arrestati

Posto di blocco dei Carabinieri.
Posto di blocco dei Carabinieri. (ANSA)

TORINO. – Postavano sui social le foto della refurtiva. Una ‘moda’ che ha preso sempre più piede tra le baby gang. Ma del fenomeno del momento, che da mesi a Torino impegna le forze dell’ordine in una battaglia quotidiana, copiavano anche i comportamenti molesti con cui infastidire le giovani vittime prima di costringerle con la violenza a farsi dare soldi, gioielli, orologi e cellulari.

A tradire cinque giovani tra i 18 e i 20 anni, arrestati dai carabinieri della compagnia ‘San Carlo’ per rapina aggravata in concorso, sono state proprio quelle foto scattate e pubblicate dopo aver rapinato tre ragazzi a San Salvario, tra i quartieri della movida torinese. Da quelle foto, esibite su Instagram come un trofeo, è partita lo scorso giugno l’inchiesta che ha portato all’esecuzione della misura cautelare.

È quasi sera quando la banda, composta da due giovani di origine marocchina e tre italiani, tutti residenti in città, individua come prede tre coetanei che stanno passeggiando in uno dei quartieri della movida torinese. Si avvicinano, li fermano e incominciano a infastidirli, prendendoli in giro: “Ma come sei vestito…che faccia che hai…”. Molestie e provocazioni che vanno avanti, tra le risatine dei cinque. “Lasciateci in pace…non abbiamo fatto nulla”, cercano di difendersi i malcapitati per uscire da quella situazione sempre più difficile.

In pochi secondi dalle prese in giro il branco passa alle maniere forti, mostrando così le sue vere intenzioni. Le mani addosso, le spinte, qualche schiaffo e le minacce: “Dateci quello che avete”. I cinque riescono a farsi consegnare una collanina in oro. Tentano di prendere anche un portafoglio, ma non ci riescono; preferiscono scappare prima che arrivi qualcuno. Poi quella storia sui loro profili social e la collanina mostrata a tutti per conquistare più like possibili. Come si usa oggi, appunto.

I giovani sono ora agli arresti domiciliari, in attesa di essere giudicati, e fermare il fenomeno baby gang resta tra le priorità per le forze dell’ordine. I controlli, in particolare in centro, sono aumentati, come sono in aumento i giovani identificati. Anche se, come aveva evidenziato poche settimane fa il prefetto di Torino Raffaele Ruberto, all’indomani di una riunione del Comitato Sicurezza e Ordine Pubblico sul tema, ci sono ancora poche denunce da parte delle vittime, che spesso usano anche loro i social network, ma per raccontare quanto capitato. Senza però presentarsi dai carabinieri o dalla polizia.