Fuga dall’Ucraina, si temono 5 milioni di profughi

Code di auto in una autostrada. .ANSA/ EPA/SERGEY DOLZHENKO

ROMA.  – Fuga dall’Ucraina. Man mano che le truppe russe avanzano nel Paese a decine di migliaia abbandonano le loro case e premono sul confine orientale dell’Unione europea.

Dall’inizio del conflitto, secondo l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, ci sarebbero già 50 mila profughi. Ma qualcuno parla di almeno 100 mila persone che  avrebbero già trovato rifugio in Romania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Lituania, e anche in Moldova, tutti Paesi che al momento hanno sposato la politica delle porte aperte.

All’orizzonte però si profila una vera e propria crisi umanitaria. E a lanciare l’allarme è sempre l’Onu che, se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente, intravede il rischio di una diaspora che potrebbe coinvolgere fino a 5 milioni di persone. Così a Bruxelles, ma anche a Washington, si lavora a un piano per gestire l’emergenza, perché di fronte ai grandi numeri la linea dell’accoglienza per ora incondizionata dei Paesi dell’est europeo non potrà più reggere.

Nelle ultime 24 ore i profughi riparati in Moldova sono già 16 mila, in Romania 10 mila. In 100 mila sono attesi in Lituania nei prossimi giorni e Varsavia stima di doverne accoglierne almeno un milione. Ecco allora che per valutare il da farsi domenica si riuniranno in via straordinaria i ministri europei degli Affari interni.  Dovranno mettere nero su bianco e dettagliare le direttive emerse nelle ultime ore dal vertice dei capi di Stato e di governo, concordi nell’agire sulla base del principio della più ampia solidarietà.

“La Francia farà la sua parte, e gli ucraini che lasceranno il Paese potranno essere accolti in Europa”, ha promesso il presidente francese Emmanuel Macron. Una posizione condivisa in pieno dall’Italia, col premier italiano Mario Draghi che ha sottolineato come sia possibile immaginare “un ingente flusso di profughi ucraini verso i Paesi europei limitrofi”.

La fotografia scattata a Kiev e in tutte le altre principali città ucraine conferma questo scenario. Lunghissime file ai bancomat per ritirare i risparmi, gli ingorghi stradali che si moltiplicano, i treni presi d’assalto. Un esodo inarrestabile nonostante le autorità incoraggino la cittadinanza a restare e resistere. Intanto sull’altra sponda dell’Oceano la Casa Bianca ha già fatto sapere tramite la portavoce Jen Psaki che l’amministrazione Biden è pronta a dare il suo contributo e ad accogliere chi fugge dall’invasione delle forze di Mosca, promettendo anche l’aiuto delle truppe americane agli europei impegnati a trasferire i rifugiati da un Paese all’altro del Vecchio Continente.

Ma a complicare tutto c’è anche la pandemia. Tra i nodi principali da sciogliere per arrivare a un piano europeo che sia davvero efficace c’è infatti quello delle risorse che dovranno servire non solo per garantire ai rifugiati un tetto, l’istruzione per i bambini o l’assistenza sanitaria. I Paesi ospitanti devono fare i conti col Covid e con un dato non certo incoraggiante: meno del 35% dei cittadini ucraini è completamente vaccinato.

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