Vertice Ue d’emergenza: “Basta dipendere dal gas russo”

Una riunione del Consiglio Europeo.

BRUXELLES.  – Un vertice d’emergenza dei leader europei per fare il punto prima di una nuova, possibile, escalation. A Bruxelles, con il passare delle ore, aumenta il timore che il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk sia solo il primo passo di un’operazione di ben più vasta portata da parte di Mosca.

L’obiettivo dell’Ue è duplice: ipotizzare nuove sanzioni nel caso in cui i militari russi oltrepassino la linea che separa Donbass e Ucraina e cominciare a preparare le contromisure necessarie se la crisi si aggraverà. Contromisure economiche, innanzitutto. “Mosca ha strumentalizzato l’energia, noi siamo davvero determinati a non essere più dipendenti dal gas russo”, ha sottolineato Ursula von der Leyen con al suo fianco il premier di uno dei principali alleati energetici dell’Ue: la Norvegia.

L’Europa, insomma, si prepara ad entrare nel mare aperto del conflitto. La prova dell’unità, sul primo pacchetto di sanzioni, è stata in qualche modo superata. Ma quale sarà la reazione dell’Ue se i tank russi si avvicineranno a Kiev? “Siamo preparati a sanzioni ancora più dure”, è l’avvertimento lanciato dall’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell dopo un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa Anthony Blinken.

Sulla stessa linea sono Washington e Londra. Le misure potrebbero colpire l’import/export con la Russia, in particolare nell’hi-tech e anche il settore energetico. E chissà che a Bruxelles non si siano convinti di puntare il mirino direttamente contro Vladimir Putin: “Non farlo è stato un segno di debolezza”, ha ammesso la vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourova.

Potrebbe essere una sorta di ultimatum, quindi, quello che l’Europa si appresta a recapitare nelle prossime ore al Cremlino. “Nel Ventunesimo secolo l’uso della forza per cambiare i confini” di un Paese “non può avere luogo”, è stato il biglietto d’invito che Charles Michel ha inviato ai leader Ue per convocarli, ringraziandoli per la “rapida risposta” sulla prima tranche di misure. Misure che non sembrano aver spaventato la Russia.

“La nostra risposta sarà forte e dolorosa”, ha preannunciato il ministero degli Esteri di Mosca. Ed è in queste parole che si annida l’altro possibile nodo sul tavolo del Consiglio straordinario. Il tallone d’Achille, per Bruxelles resta il gas. Un taglio alle forniture da parte di Mosca farebbe schizzare ulteriormente i prezzi. Per questo la Commissione sta correndo ai ripari accelerando sulla proposta di acquisti comuni di gas e guardando, ormai da giorni, ad altri possibili fornitori, dal Golfo agli Usa fino all’Europa stessa.

“Faremo la nostra parte”, ha assicurato oggi il premier norvegese Jonas Gahr Store. “Lo stop al Nord Stream 2 non avrà effetti sui prezzi”, ha invece rimarcato la vicepresidente dell’esecutivo europeo Margrethe Vestager. Il tasto, tuttavia, resta delicatissimo. E potrebbe mettere a rischio l’unità mostrata in queste ore dai Paesi membri.

Nel frattempo il Consiglio Ue ha adottato formalmente il primo pacchetto di sanzioni anti-russe: 351 membri della Duma, 27 personalità o entità coinvolte nell’operazioni nel Donbass e alcune banche, come annunciato, saranno le vittime dalle misure che prevedono anche la limitazione all’accesso dei mercati finanziari Ue per Mosca e lo stop agli scambi commerciali con le repubbliche autoproclamate. A finire nella black list, secondo le indiscrezioni sulla bozza del testo, potrebbero essere anche il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo dello staff di Putin, Anton Vaino.

(di Michele Esposito/ANSA).

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