Tir contro caro-carburante: caos al Sud e un accoltellato

In una foto d'archivio lo sciopero dei trasportisti. (ANSA)

ROMA.  – Tir, furgoni e persino trattori fermi agli ingressi e sulle autostrade, ma nessuna grande sigla sugli striscioni. É la contestazione partita dalla “base” del mondo degli autotrasporti del Sud Italia, organizzata tra social e gruppi in chat, che ha portato i manifestanti a bloccare diverse arterie del Paese, da Ravenna a Caltanissetta, contro l’aumento del prezzo dei carburanti.

Non sono mancati i momenti di tensione, con un camionista accoltellato da un automobilista, per fortuna non gravemente. E ora la mobilitazione  – “non coordinata e senza il consenso delle rappresentanze ufficiali”, come viene spiegato dalle principali associazioni di categoria – rischia di provocare conseguenze sulla produzione e “sui prezzi della filiera dell’alimentazione”, come viene denunciato da più parti.

A distanza di poche ore c’è già il primo effetto: l’azienda italiana di pasta La Molisana è tra le prime ad annunciare la sospensione della produzione anche perchè impossibilitata nella distribuzione: “affianchiamo lo sciopero degli autotrasportatori”, fa sapere la società precisando che non è ancora stabilita una data per la ripresa della produzione.

In queste ore diverse forze politiche, dai parlamentari ai governatori, invocano un intervento urgente e decisivo del governo per una protesta che preoccupa anche per la paventata escalation di tensione. Un primo preoccupante episodio si è verificato nel Foggiano, dove un camionista che stava protestando sulla statale 16 è stato accoltellato da un automobilista, per fortuna in modo non grave: alla vista dei manifestanti, l’aggressore non aveva rallentato facendo marcia indietro e rischiando di investirli. A quel punto è sceso dall’auto e con un coltello ha ferito uno dei presenti.

Dal sit-in nei pressi degli svincoli dell’A2 di Gioia Tauro e di Rosarno fino alla sfilata dei camionisti sul tracciato casertano dell’A1 o le strade statali pugliesi di Lecce e Taranto, sono stati diversi i “blocchi mobili”, imposti e poi rimossi, ma che hanno comunque causato rallentamenti e disagi al traffico. Nel Lazio, al mercato ortofrutticolo di Fondi, si è svolto un sit-in ma non c’è stato alcun blocco. Nel Barese, invece, i camionisti sono al secondo giorno di protesta sulla statale 96 e nella zona industriale di Altamura: “I costi sono così elevati – spiega il presidente di un consorzio – che viaggiare è diventato troppo oneroso, per questo abbiamo deciso di fermare i mezzi”.

La protesta, è stato annunciato, porterà i “tir-lumaca” venerdì alle porte di Bari. Le iniziative però non si limitano al Mezzogiorno: dall’alba il Porto San Vitale di Ravenna è bloccato dai camionisti contro il caro-gasolio e anche contro il Green pass. Il sit-in, è stato spiegato, ha fatto seguito alle mobilitazioni in corso anche in altre parti del Paese, come a Palermo e Caltanissetta.

Anche se in generale si tratta di iniziative pacifiche, secondo gli stessi manifestanti la contestazione, partita dalla “base” della categoria con molti autisti al servizio di microimprese soprattutto nel mondo dell’ortofrutta, potrebbe alzarsi di livello fino al blocco della fornitura di beni e servizi in tutto il Paese, specie alla luce dell’incontro di ieri con la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova, il cui esito non sarebbe stato soddisfacente.

E se Assoutenti avverte sul rischio di eventuali “danni per produttori e consumatori”, il presidente di Fiesa Confesercenti, Daniele Erasmi, prevede “difficoltà produttive delle imprese della filiera alimentare a partire dal sud, forte vocazione agricola.

Ciò potrebbe ripercuotersi sulle filiere di grano, pane e pasta: segnaliamo già in provincia di Foggia difficoltà in ordine ai prodotti da forno”.

Il presidente della Cna, Dario Costantini, incontrando il viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, ha segnalato il grave aumento del prezzo del gasolio, “diventato insostenibile, per ogni veicolo circa 13mila l’anno di maggiori costi e per i mezzi a metano il rincaro è ancora più marcato”.

L’ Sos al governo viene lanciato anche da alcuni governatori. Quello siciliano, Nello Musumeci, ha incontrato i manifestanti al casello dell’autostrada Catania-Messina e chiesto di scongiurare “una guerra tra poveri”. Secondo il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, “occorrono interventi urgenti e risolutivi da parte dell’Esecutivo nazionale”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA).

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