Antonio Di Pietro: “Prima di andarmene Mani Pulite tutta in rete”

L'ex pm Antonio Di Pietro in una foto d'archivio.
L'ex pm Antonio Di Pietro in una foto d'archivio.

CAMPOBASSO. – Per giorni, settimane, mesi, è rimasto in silenzio. Niente dichiarazioni, niente interviste, nessuna apparizione in tv. Antonio Di Pietro negli ultimi tempi ha scelto di spegnere i riflettori su di lui. E alla vigilia del trentesimo anniversario dell’inchiesta Mani Pulite ha fatto rumore il silenzio del protagonista principale di quella pagina di storia italiana.

L’ex pm trascorre gran parte del tempo in Molise, nella sua masseria di Montenero di Bisaccia (Campobasso). A quanto pare sta dedicando molte giornate per mettere a posto il suo archivio di documenti. Forse anche questa la ragione del silenzio. Rotto ora attraverso i social, proprio nel giorno dell’anniversario dell’arresto che nel 1992 diede avvio all’inchiesta che sfociò in Tangentopoli:

“Sono 30 anni passati ma mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima – ha scritto l’ex magistrato sul suo profilo Facebook ricordando quei giorni – Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinché qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa verità rispetto a quel che è stato raccontato”.

“Ci volevano fermare. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani Pulite è stata fermata, anche perché mentre stavamo indagando sui bauscia del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud. Da allora a oggi – ha proseguito Di Pietro – l’unica cosa che è cambiata è che adesso c’è desolazione da parte dell’opinione pubblica”.

“Dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell’inchiesta è nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro. Penso a Berlusconi, a Bossi, a Salvini, a Renzi”, ha sottolineato l’ex magistrato.

Di Pietro ha scritto il suo post pubblicandolo con una foto dell’epoca che lo ritrae insieme a Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, gli altri due protagonisti di quell’inchiesta. Sotto l’immagine c’è un interrogativo: “Sono una vergogna per il paese i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi li ha scoperti con l’inchiesta Mani Pulite?”

Poi sempre nel post scrive ancora: “Noi abbiamo fatto quello che fa un qualsiasi medico radiologo quando vai a fare i raggi per vedere se hai una malattia; e abbiamo scoperto che il nostro Paese era malato di corruzione endemica”.

(di Enzo Luongo/ANSA)

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