A Milano la Cina negli scatti di Cartier-Bresson

CHINA. The "Great Leap Forward". Beijing. 1958. October 1st.
CHINA. The "Great Leap Forward". Beijing. 1958. October 1st. (Henri Cartier-Bresson)

MILANO. – Il 25 novembre 1948 la rivista “Life” commissiona a Henri Cartier-Bresson un reportage sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Il soggiorno, previsto di due settimane, durerà dieci mesi, in cui Cartier-Bresson documenterà la caduta di Nanchino, retta dal Kuomintang, e si troverà poi costretto a rimanere per quattro mesi a Shanghai, controllata dal Partito Comunista, per lasciare infine il Paese pochi giorni prima della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese (il primo ottobre 1949).

Nacque allora un nuovo modo di fare fotogiornalismo, al centro della rassegna ‘Henri Cartier-Bresson Cina 1948-49 | 1958′ che apre domani allo Spazio Mudec Photo di Milano, dove rimarrà fino al 3 luglio 2022. Prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 ore, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Michel Frizot e Ying-Lung, realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson, l’esposizione propone anche un altro storico reportage, quello sul “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958).

Per quattro mesi, obbligatoriamente accompagnato da una guida, il pioniere del fotogiornalismo percorre migliaia di chilometri in Cina per visitare luoghi selezionati, complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi, riuscendo a presentare al mondo occidentale anche aspetti tenuti nascosti dalla propaganda di regime come lo sfruttamento delle risorse umane e l’onnipresenza delle milizie.

Ancora una volta, il reportage China 1958 riscuote un grande successo editoriale: supportato dalla reputazione dell’autore e dell’agenzia Magnum, segna in Occidente l’immagine della Cina di Mao fino agli anni Settanta. La mostra milanese, la prima italiana dedicata ai due reportage, raccoglie oltre cento stampe originali e una raccolta di documenti e materiali d’archivio, che documentano la svolta nel fotogiornalismo segnata da Cartier-Bresson che, con un nuovo stile, più poetico e distaccato, attento tanto ai soggetti ritratti quanto all’equilibrio formale della composizione, si impose come maestro assoluto dell”istante decisivo’.