Draghi da Macron, cambia strategia militare Ue in Sahel

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, firmano il “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata” al Quirinale, alla presenza del Presidente Mattarella.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, firmano il “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata” al Quirinale, alla presenza del Presidente Mattarella.. Archivio.(Ufficio Stampa e della Comunicazione Presidenza del Consiglio)

BRUXELLES.  – Via dal Mali, ma senza ripetere i drammatici errori del ritiro dall’Afghanistan. Sul tavolo dell’Eliseo, in un vertice serale che anticipa il Summit Ue-Africa di giovedì, è questo il dossier sul quale si confrontano i leader del Sahel e soprattutto quelli europei, Emmanuel Macron e Mario Draghi in testa.

La strategia dell’Ue nel Sahel segnato da instabilità e incursioni jihadiste è destinata a cambiare. Ma il presidente francese, scottato dalla rottura dei rapporti diplomatici con il Mali dopo due colpi di Stato nel giro di pochi mesi, non vuole agire da solo. E con la cena dell’Eliseo Parigi cerca – e probabilmente ottiene – la sponda dei principali partner europei, Italia inclusa.

Il piano della Francia potrebbe essere quello di porre fine all’operazione Barhane, messa in campo nel 2014 con il G5 del Sahel e con una serie di partner occidentali. E anche la missione Takuba, creata nel 2020 e a guida europea – con la partecipazione dei soldati italiani – potrebbe lasciare il Mali.

“Ma non è un disimpegno, è un diverso impegno”, ha spiegato la vice ministro degli Esteri Marina Sereni che, a Bruxelles, ha partecipato alle numerose iniziative Ue-Africa che anticipano il summit dei leader.

I militari, nel piano dell’Eliseo, potrebbero essere dispiegati altrove anche perché a Bamako “è impossibile continuare in queste condizioni, tutti gli altri alleati pensano la stessa cosa”, hanno spiegato fonti della presidenza francese.

E il Paese a cui guardano Francia e Ue per lo spostamento del fulcro delle operazioni è il Niger. “Non si tratta di spostare altrove ciò che si sta facendo in Mali, ma di rafforzare ciò che si sta facendo in Niger e di fornire maggiore sostegno al fianco meridionale”, hanno spiegato le stesse fonti.

A Parigi, oltre a quello italiano, ci sono i vertici Ue e i premier di Svezia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Portogallo. Anche Spagna e Germania sono tra i Paesi invitati. E ci sono diversi leader africani, Niger in testa e Mali escluso.

Obiettivo della cena di lavoro è stilare una dichiarazione comune che faccia parte, venerdì, del documento finale del summit Ue-Africa. E anche nel cambio di strategia militare nel Sahel c’è lo zampino di Mosca. “Nel contrasto al terrorismo c’è un importante rischio di interferenza delle milizie Wagner, ed è inaccettabile”, hanno osservato fonti diplomatiche francesi.

L’Italia, dal canto suo, è pronta ad offrire la sua sponda a Parigi, ma senza dimenticare il nodo migranti: un Mali ostaggio del terrorismo potrebbe innescare flussi ancora maggiori verso Nord, ovvero verso quella Libia che è riprecipitata nel caos politico. Del resto, tra le pieghe del mini-summit di Parigi – ma anche del vertice Ue-Ua – emergerà certamente il dossier migranti. E anche qui l’Ue vuole cambiare la sua strategia, provando a mettere in campo Frontex nelle aree sub-sahariane e accelerando sugli accordi di rimpatri.

Mentre su un eventuale accordo sulla dimensione interna dell’immigrazione Macron potrebbe tentare un’accelerazione seguendo il doppio binario della redistribuzione e del contributo finanziario in caso di “no” di un Paese alla relocation. E, come spiega una fonte diplomatica, “per l’Italia potrebbe aprirsi una finestra di opportunità”.

(di Michele Esposito/ANSA).

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