Pensioni: con Covid spesa meno 11,9 miliardi in 10 anni

Tre anziani seduti sulle panchine dei giardini pubblici a Napoli in una foto d'archivio.
Tre anziani seduti sulle panchine dei giardini pubblici a Napoli in una foto d'archivio. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. –     Il Governo ragiona sulla possibilità di legare l’anticipo delle pensioni rispetto all’età di vecchiaia al ricalcolo contributivo dell’assegno.

L’ipotesi fatta oggi al tavolo tecnico con i sindacati in vista del tavolo politico che potrebbe tenersi la settimana prossima è stata respinta da Cgil, Cisl e Uil che la considerano una “ulteriore penalizzazione” per i lavoratori che potrebbe portare a un taglio dell’assegno fino al 30%. Intanto oggi è arrivato il primo calcolo sui risparmi per l’Inps dall’eccesso di mortalità per il Covid.

Nel 2020 la spesa in meno per pensioni sarebbe di 1,1 miliardi mentre fino al 2029 il risparmio per le morti che hanno colpito prevalentemente gli over 65 sfiorerebbe i 12 miliardi. Il tema della minore spesa dovuta al virus è stato rilanciato dalla Uil  per chiedere l’utilizzo dei risparmi per difendere le pensioni in essere colpite dall’aumento dei prezzi e potenziare e estendere la Quattordicesima.

Il Governo si è detto disposto a ragionare inoltre sull’abbassaento del limite minimo di 2,8 volte la pensione sociale per accedere al pensionamento anticipato per chi è nel sistema contributivo (fino a tre anni prima della pensione di vecchiaia) e di estendere questa possibilità a chi ricade nel sistema misto ma è disposto a rinunciarci a favore del sistema contributivo.

Si ragiona inoltre su una sorta di pensione di garanzia per chi arriva a 67 anni (ed è sempre nel sistema contributivo) con un importo di pensione inferiore a 1,5  volte il minimo ( e dovrebbe quindi rimandare l’uscita). In questo caso si pensa a una sorta di assegno sociale integrato con un importo legato ai contributi versati. Nessuna disponibilità del Governo invece a ragionare sull’anticipo della pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, misura chiesta dai sindacati ma eccessivamente costosa per l’Esecutivo.

Sulla flessibilità è intervenuto anche  il presidente di Itinerari previdenziali, Alberto Brambilla proponendo di mantenere per l’accesso anticipato alla pensione la Quota 102 in vigore quest’anno (64 anni di età con almeno 38 anni di contributi ma aggiornandola con l’aspettativa di vita e prevedendo il calcolo dell’assegno interamente con il calcolo contributivo.

Questo sistema che renderebbe attuariamente sostenibile l’anticipo rispetto all’età di vecchiaia peserebbe sull’assegno di chi anticipa l’uscita, secondo Brambilla, circa per il 3% l’anno significando quindi con un anticipo di tre anni un trattamento inferiore di circa il 10% rispetto a quello che si avrebbe avuto andando in pensione a 67 anni.

Nel Rapporto di Itinerari previdenziali si sottolinea il peso significativo della spesa per l’assistenza e in particolare l’esistenza di circa 476mila pensioni in vigore da altre 40 anni tra settore pubblico e privato. Quasi la metà di queste è d’invalidità o inabilità previdenziale (217mila) e 183mila quelle ai superstiti nel complesso con una decorrenza inferiore al 1981 ma ci sono comunque quasi 75mila pensioni di vecchiaia liquidate quando al Cremlino c’era Breznev.

Sull’assistenza il Rapporto sottolinea che in Italia il costo delle attività assistenziali a carico della fiscalità generale (trasferimenti dello Stato alla Gias, gestione interventi assistenziali) ha raggiunto nel 2020 anche a causa della pandemia i 144,748 miliardi con un aumento di circa 30miliardi sul 2019 (+26,68%).

Nel 2020 la spesa per le prestazioni previdenziali (Invalidità, vecchiaia e superstiti) del sistema obbligatorio è stata di 234,7 miliardi di euro, in aumento di 4,5 miliardi (+1,95%) rispetto all’anno precedente. Nel complesso, nel 2020 l’Italia ha destinato alle prestazioni sociali (pensioni, sanità e assistenza) 510,258 miliardi, quasi 22 in più del 2019 (+4,5%).

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