Brignone va in tilt: “Niente Milano-Cortina”, “Anzi sì”

Federica Brignone.
La gioia di Federica Brignone in un immagine d'archivio. (ANSA)

YANQING.  – Un corto circuito. Federica Brignone, argento nel gigante e settima nel superG a Pechino 2022, prima afferma che “non crede proprio di esserci a Milano-Cortina”, visto che – a suo dire – “mancherà lo spirito olimpico”, poi corregge il tiro, assicurando un paio d’ore dopo che “non” perderebbe i Giochi invernali italiani del 2026 “per nessuna ragione al mondo”.

La campionessa di sci valdostana si è lanciata in uno sfogo a tutto campo alla fine dell’ultima prova di discesa libera, alla vigilia della gara ufficiale, finita al 31/o posto, lamentandosi della pista e soprattutto di se stessa, ma sbandando poi sul futuro.

“É come se scendessi con la paura, più la pista è facile e più non mi fido, non riesco a tenere giù il piede”, ha detto la 31enne fermandosi a parlare con i media. La prova di oggi “è andata malissimo. Non ho un buon feeling, non l’ho trovato neanche oggi su questa pista. Fin dalla terza curva sono scivolata e non sono neanche riuscita a tirare quella che l’altro giorno avevo saltato, oggi ho frenato talmente tanto che mi sono fermata”, ha concluso, a conferma delle tensioni esistenti e che non tutto fila nel verso desiderato.

Il discorso, poi, è scivolato sui Giochi del 2026 che secondo la sciatrice “saranno come una gara di Coppa del Mondo, come un Mondiale, ma solo a cinque cerchi”. Se da un lato c’è la soddisfazione per il ritorno “in un posto bello per lo sci, dove le Alpi sono fantastiche” e in Europa, dopo tre Olimpiadi di fila in Asia – tra PyeongChang, Tokyo e Pechino -, dall’altro c’è il disappunto per “l’unica cosa brutta: sarà tutto sparso, non ci sarà un villaggio olimpico, non ci sarà lo spirito olimpico di stare tutti insieme”.

Gli uomini, ad esempio, gareggeranno altrove e non con le donne. “A PyeongChang si vedeva tutto in mezz’ora, qui è un po’ più difficile con il Covid, ma a Cortina sarà diverso. É giusto sfruttare le strutture, non consumare e non costruire niente di nuovo. Dal punto di vista psicologico sarà molto meglio, da quello olímpico non so come sarà. Qui siamo insieme, tutto in comune. C’è il Covid, ma c’è la palestra e vedi ogni giorno gente diversa”. Se il suo quasi coetaneo Dominik Paris, sottotono a Pechino, “andrà avanti fino a Milano-Cortina. Io non credo proprio: mi piace lo spirito olimpico, così mi passa la voglia”, ha concluso.

Giudizi pesanti poi rivisti in una sorta di ‘seconda manche’ mediatica a Yanqing: “L’Olimpiade di Milano-Cortina 2026 è un obiettivo a cui tiene qualsiasi sciatore italiano, nella culla degli sport invernali che sono le montagne italiane”. Dopo avere preso parte a tutte le gare e alle prove presenti nel programa olimpico sin qui disputate “con una costanza di rendimento ad alto livello, voglio restare concentrata sui prossimi appuntamenti che mi attendono questa settimana”, ha aggiunto la Brignone, e poi “sulla stagione in corso dove, oltre all’argento olimpico in gigante, occupo la terza posizione nella classifica generale di Coppa del mondo”.

Sfumato il ruolo ai Giochi del 2026: “Non ho pensato a un’eventuale mia presenza fra quattro anni nelle vesti di atleta, ambassador o tifosa in un’Olimpiade che farà molta attenzione alla sostenibilità ambientale, un aspetto che mi tocca da vicino. Quel che è certo è che non mi perderò Milano-Cortina 2026 per nessun motivo al mondo”.

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