Ok Tas a russa Valieva,”ma se vince niente premiazione”

La star russa del pattinaggio artistico, la 15enne Kamila Valieva in azione. (ANSA)

YANQING.  – Il caso di Kamila Valieva si complica. La pattinatrice russa 15enne è stata autorizzata a continuare la sua partecipazione ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, malgrado la positivà a una sostanza vietata a dicembre, ma nel caso dovesse finire tra le prime tre posizioni del consorso individuale, “nessuna cerimonia di fiori e nessuna cerimonia di premiazione avrà luogo”.

Il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) ha confermato con una sentenza la revoca della sospensione temporanea della quindicenne, affermando che escluderla dalla competizione “le causerebbe un danno irreparabile in queste circostanze”.

La Valieva è la favorita per l’oro individuale femminile la cui gara avrà inizio domani, in base alla considerazione che la decisione sia stata in parte dovuta al fatto che era una minore o “persona protetta”, soggetta a punizioni meno dure.

Quanto basta per far esultare il Cremlino, intervenuto ancora sulla vicenda, esprimendo soddisfazione perchè la pattinatrice sarà in gara. “Come tutti – ha detto il portavoce, Dmitry Peskov – siamo contenti che Kamila sarà in grado di continuare la sua partecipazione alla competizione individuale”. L’intero Paese, ha aggiunto, le augura la vittoria e il Cremlino augura la vittoria a ogni atleta russo, perché “questo è il sogno di ognuno di loro”.

L’euforia del Cremlino si aggancia a un successo legale strappato per rimuovere un impedimento immediato. In una breve e affollata conferenza stampa al Media Center di Pechino 2022, Matthieu Reeb, direttore generale del Tas, ha letto il responso del Tribunale basato “su circostanze eccezionali” strutturate su tre considerazioni: l’età della Valieva, come già detto, che la rende “persona protetta” secondo il codice internazionale; il “danno irreparabile” legato alla sospensione, tra integrità e regolarità delle gare; infine, lo stop alla pattinatrice maturato durante i Giochi, senza che all’atleta potesse essere data l’opportunità di difesa.

Il collegio costituito ad hoc per il caso, presieduto dall’italiano Fabio Iudica, ha respinto gli appelli presentati da Comitato olimpico internazionale, Agenzia mondiale antidoping (Wada) e Unione internazionale di pattinaggio per il ripristino della sua sospensione, esprimendosi solo sullo stop a quest’ultima senza toccare l’eventualità di squalifica futura in capo alla Wada anche in forma retroattiva. E ha ignorato, mancando di competenza specifica, di dare un responso sul concorso a squadre vinto il 7 febbraio dalla Russia grazie alla Valieva, autrice per la prima volta ai Giochi di un salto quadruplo.

Quindi, ed è questo il pasticcio, i risultati delle gare potrebbero essere riscritti anche dopo molti mesi ed estenuenti battaglie legali. Il Comitato olimpico Usa ha espresso delusione per “il messaggio” della sentenza e per “un altro capitolo del sistematico e pervasivo disprezzo per lo sport pulito da parte della Russia”, ha tuonato Sarah Hirshland, a capo dell’Usopc, ultimo capitolo del doping di Stato emerso a Sochi 2014.

Il Cio, inoltre, ha valutato “inappropriato organizzare le cerimonie” durante i Giochi preferendo aspettare la decisione della causa nel merito. Congelato l’evento a squadre del 7 febbraio vinto dalla Russia davanti a Usa, Giappone e Canada, il risultato sarà sub iudice anche con altre eventuali vittorie.

“Il Cio deve seguire lo stato di diritto e dovrà quindi consentirle di competere nel pattinaggio individuale femminile”, ma in caso di medaglie “nessuna cerimonia di fiori e nessuna cerimonia di premiazione avrà luogo durante i Giochi olimpici invernali”. Una soluzione che certamente aprirà il fianco a nuove e sfiancanti polemiche.

(di Antonio Fatiguso/ANSA).

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