Frodi Superbonus a 4,4 miliardi, allarme criminalità

Un muratore restaura la facciata di un palazzo a Milano,. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA.  – “Un quadro preoccupante” dove la criminalità organizzata non ha avuto difficoltà ad insinuarsi. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, descrive così la situazione creatasi negli ultimi mesi intorno al boom dei bonus edilizi, a partire dal Superbonus.

In Parlamento, dove praticamente tutte le forze politiche premono per modificare l’ultima stretta antifrodi varata dal governo con le limitazioni alle cessioni del credito, Ruffini porta un dato monstre: 4,4 miliardi di crediti inesistenti individuati da Agenzia delle Entrate e Guardia di finanza.

Al 31 dicembre scorso, spiega, “le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia attraverso l’apposita piattaforma sono stati quasi 4,8 milioni, per un controvalore complessivo di oltre 38,4 miliardi di euro”. Su questi numeri si è innestato il meccanismo fraudolento, “gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari”. E in alcuni casi, “i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero”.

Ruffini illustra la situazione nel dettaglio: la circolazione dei crediti d’imposta, “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro”.

Il pressing per la modifica della norma inserita nel decreto Sostegni-ter però rimane. Davanti alla stessa Commissione Bilancio del Senato che sta esaminando il provvedimento, i proprietari immobiliari di Confedilizia e gli artigiani riuniti in Cna, Confartigianato e Confapi hanno continuato a chiedere il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito per esorcizzare il blocco venutosi a creare immediatamente dopo l’approvazione della stretta. La palla passa ora al governo, che  – tra ipotesi “bollino” o operazioni permesse solo tra soggetti vigilati – dovrà trovare velocemente un giusto equilibrio tra lotta alle frodi e necessità dell’economia.

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