Pochi, lenti e affollati, bus e treni croce pendolari

La stazione autobus della Tiburtina dove arrivano la maggior parte dei pullman dall'estero.
La stazione autobus della Tiburtina a Roma. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA.  – Pochi, lenti e affollati. Per i pendolari italiani la situazione non cambia: il Covid ha colto impreparate le città italiane sul fronte del trasporto pubblico e anche sul lungo termine quel divario che divide Nord e Sud sul fronte dei mezzi di trasporto non si è ridotto. Anzi.

É questo il panorama che emerge dal nuovo Rapporto Pendolaria 2022 appena pubblicato. Un esempio vale per tutti: secondo i dati di Legambiente l’Italia ha complessivamente  248 chilometri di metro, meno che nella sola città di Madrid (291 km); nel 2019 e 2020 non è stato inaugurato neanche un tratto di linee metropolitane e nel 2021 solo 1,7 chilometri.

Per le tranvie nessun chilometro è stato inaugurato nel 2020 e 2021, 5 chilometri erano stati inaugurati nel 2019 e 5,5 nel 2018 mentre strade e autostrade, tra il 2002 e il  2019 hanno intercettato il 60% degli investimenti.

Emblematici , sottolinea Legambiente,  i dati del Conto nazionale trasporti per gli interventi realizzati dal 2010 al 2019: 309 chilometri di autostrade, 2.449 chilometri di strade nazionali, a fronte di 91,1 chilometri di metropolitane e 63,4 chilometri di tram”.

Le cose dovrebbero cambiare: tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e risorse statali, sono in cantiere o finanziati 116,5 chilometri di metro tra nuove e riconversioni (a Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Catania), 235,7 di tranvie (a Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari), 102,9 di filobus e busvie (tra quelle finanziate al 100%).

E Legambiente nel presentare il rapporto traccia una roadmap  per raggiungere i target europei di riduzione delle emissioni di Co2 e per il recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali. Intanto però restano autobus e treni troppo affollati, in particolare sulle linee che da anni sono le peggiori d’Italia come Circumvesuviana, Roma-Lido, Roma-Viterbo e alcune tratte lombarde” e per “poche ciclabili realizzate”.

Ed il gap è cresciuto sul fronte ferroviario tra Nord e Sud: dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati in totale di 46mila passeggeri al giorno, ma con grandi differenze: quelli sull’alta velocità sono cresciuti del 114%, mentre quelli sugli Intercity sono diminuiti del 47%.Per cui i territori fuori dalle tratte veloci hanno visto ridurre le possibilità di spostamento”.

Tra le regioni sono aumentate le differenze: in alcune si registra addirittura un calo, come la Campania (-43,9%), il Molise (-11%, con al momento solo due coppie di treni al giorno sulla Termoli-Campobasso), l’Abruzzo (-19%), la Calabria (quasi -25%) e la Basilicata con un calo del 35%. Mentre sono aumentati in Lombardia, Alto Adige, Puglia, Toscana.

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