L’aiuto Bce vale 300 miliardi di fabbisogno statale

Veduta della sede della Bce a Francoforte..
La sede della Bce a Francoforte.. EPA/ARMANDO BABANI

ROMA.  – L’intero fabbisogno statale del 2020 e 2021, per oltre 250 miliardi di euro complessivi, finanziato dagli acquisti di debito da parte della Bce. Più oltre la metà delle esigenze di cassa della pubblica amministrazione italiana del 2022, arrivando a un totale di 300 miliardi.

Tanto valgono gli acquisti di debito italiano da parte della Bce con il programma pandemico “Pepp” che terminerà a marzo. Se nel 2020 e 2021 l’intero fabbisogno è stato “coperto” da Francoforte, nel 2022, con la fine del “Pepp”, quell’assicurazione è stimata in netto calo: “Ben oltre la metà” dei quasi 100 miliardi di fabbisogno pubblico del 2022, aveva detto il direttore del debito pubblico del Mef, Davide Iacovoni, a dicembre includendo anche gli acquisti di bond tramite il programma App.

Ora l’ipotesi di una stretta anticipata fa ballare quei numeri. E mette di fronte alla realtà di acquisti netti che si ridurrebbero a zero nel 2023. Certo, la Bce continuerà “almeno fino a tutto il 2024” a rifinanziare a scadenza i vecchi bond che ha in pancia, un cuscinetto anti-spread. Ma tanto è bastato a far risalire lo il differenziale Italia-Germania a 160, in un mercato che sa che potrà contare sempre meno su Bce e Bankitalia.

Un report di Banca Intesa meno di un mese fa stimava  emissioni lorde complessive di debito pubblico italiano nel 2022 per circa 450 miliardi. Tolti i titoli a breve, si scende a circa 318 miliardi. Sottraendo ancora le emissioni che sono solo “rifinanziamento” di debito che arriva a scadenza,  Iacovoni aveva quantificato a dicembre le emissioni nette in circa 80-90 miliardi.

Il grosso delle emissioni nette, secondo lo studio di Intesa Sanpaolo, è sulla prima parte dell’anno: dopo i 7 miliardi di Btp trent’anni di gennaio, mese con oltre 12 miliardi netti già andati in porto, a febbraio, l’11 e il 25, sarà la volta di due aste a medio-lungo che assorbiranno buona parte dei ben 33 miliardi netti stimati per il mese. Il successivo mese più “caldo” sarà giugno, con due aste a metà e fine mese e oltre 17 miliardi netti stimati, e poi ancora settembre e ottobre con poco meno di 20 miliardi netti ciascuno.

L’assicurazione sulla sostenibilità è data da un costo medio del debito ben inferiore alla crescita nominale. I tassi di un decennio fa sono preistoria. Ma i margini di bilancio si restringeranno, perché lo 0,1%, record negativo raggiunto a fine 2021, sarà difficile da mantenere in un ambiente di tassi che risalgono.

( di Domenico Conti/ANSA).

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