Auto: imprese-sindacati insieme, a rischio 73mila posti

Stabilimento di auto.
Stabilimento di auto. (ANSA)

ROMA.  – La sfida della transizione ecológica per il settore dell’automotive destai “allarme’ tra sindacati e imprese, perché mette a rischio “73mila posti di lavoro”, se lo stop alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio nel 2035 non venisse “accompagnato” da interventi “straordinari” e “strutturali”.

Così Federmeccanica e Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, insieme per la prima volta, chiedono con urgenza un incontro con il premier Mario Draghi e i ministri interessati, Mise, Lavoro, Mite ed Economia, per affrontare “un’emergenza che oscilla pericolosamente tra grandi opportunità e gravi rischi”. E già arrivano i primi esuberi, anche se volontari e legati ad intese prese nel passato: oggi sono stati siglati dai sindacati con Stellantis accordi per 714 uscite volontarie.

“Siamo decisamente preoccupati non possiamo più attendere per chiedere un colloquio al nostro presidente del consiglio e ai ministri competenti per aprire una discussione con noi sull’automotive”, avverte Federico Visentin, presidente di Federmeccanica, che parla della transizione come “sfida impossibile”. Si tratta di “un patrimonio che va preservato e ripensato per trovarne le condizioni per i rilancio, che ha bisogno dello sforzo di tutti, l’ho chiamata misión impossibile, che non possiamo fare da soli ma abbiamo bisogno di collaborare con il governo, che può guidare ed accompagnare questa transizione”.

Sindacati e imprese ritengono “concreto” per il settore “Il rischio di deindustrializzazione” e chiedono, spiega Francesca Re David, Segretario Generale Fiom Cgil, che “siano messi in atto strumenti e risorse straordinari e dobbiamo discutere seriamente di quale è il piano per l’automotive”. “É la prima volta che metalmeccanici e imprese presentano un documento comune” di proposte, aggiunge Re David, e “vogliamo tutti assieme costruire un patto italiano per l’automotive, come hanno già fatto altri paesi”, le fa eco Roberto Benaglia, Segretario Generale Fim Cisl: “73mila posti a rischio – spiega – è una spia rossa che si accende. E’ uno dei settori più impattati dalla transizione ecologica”.

Quello che lanciano sindacati e imprese “è un grido di dolore”, sottolinea Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm Uil, “siamo in una situazione di emergenza, una situazione drammatica: nell’ultimo mese 3000 lavoratori hanno lasciato la propria azienda, per via della transizione ecologica soltanto annunciata”. L’obiettivo è tutelare l’occupazione e il futuro industriale del paese.

Bisogna fare presto, dice Palombella: “o si assumono condizioni coerenti in tutti i paesi d’Europa o altrimenti non ce la facciamo, chiediamo l’apertura di un tavolo e ci aspettiamo una convocazione a breve”. A testimoniare la drammaticità della situazione, i sindacati ricordano che nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di casa integrazione, nel 2021 quasi 60. “Siamo passati da secondo a ottavo produttore di auto in Europa”, conclude Re David, “l’obiettivo deve essere tornare a produrre in Italia 1,5 milioni di veicoli per salvaguardare l’industria e l’occupazione nel nostro Paese ed essere competitivi sul mercato globale ed europeo”.

(di Valentina Accardo/ANSA).

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