Crescita Pil al top da mezzo secolo. Ora target 4%

Offerte e saldi per invogliare le spese con diverse code fuori dai negozi di abbigliamento di Milano
Offerte e saldicon diverse code fuori dai negozi di abbigliamento di Milano, Archivio. ANSA/PAOLO SALMOIRAGO

ROMA.  – Una crescita nel 2021 come non si vedeva da quasi mezzo secolo, frutto del rimbalzo tecnico dalla maxi-recessione pandemica ma anche di vaccinazioni e aiuti pubblici che hanno spinto il Pil fino a +6,5%. E un inizio d’anno nuovo che parte in frenata, preludio di un 2022 che potrebbe mancare il 4,7% previsto dal Governo fra pandemia e caro-energia, ma con l’esecutivo che punta comunque a superare il 4% anche con nuovi interventi.

L’Istat certifica  la ripartenza dello scorso anno: dopo il crollo del 9% nel 2020 dei lockdown, il peggiore dalla seconda guerra mondiale, l’economia mette a segno un +6,5%, più del 6% indicato dal Governo lo scorso settembre.  Per ritrovare una crescita di questi livelli “bisogna andare indietro al 1976, circa 45 anni fa”, spiega  Giovanni Savio, direttore centrale della contabilità nazionale dell’istituto statistico.

Una crescita sorretta non solo dall’effetto-rimbalzo sul 2020 e dalla ripresa internazionale, ma dovuta anche – rivendica il ministero dell’Economia – “al sostegno a imprese e famiglie attuate dal Governo, al successo della campagna di vaccinazione e alle altre misure di controllo dell’epidemia da Covid-19”.

L’obiettivo del Governo “resta quello di conseguire nel 2022 una crescita del Pil superiore al 4%”. E se da una parte la pandemia ha fatto balzare i contagi in inverno e il caro energia è “un indubbio fattore di rischio”, dall’altra il quadro epidémico nazionale è in fase di miglioramento e il Governo – spiega il Mef – è già ripetutamente intervenuto per attutire il rialzo dei prezzi di gas ed elettricità su imprese e famiglie.

Ulteriori interventi sono in esame”. Segno che alla priorità della gestione pandemica si somma quella delle bollette, dove il pressing del partiti si fa insistente: fra richieste di uno scostamento di bilancio da parte di esponenti di Lega e 5 Stelle, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che parla di “vera emergenza” e la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra che apre ad “altri aiuti mirati se questo sarà necessario, ma bisogna cominciare ad impostare politiche di medio-lungo periodo”.

I dati dell’Istat dicono che il “boom” della crescita dello scorso anno lascia in eredità al 2022 una variazione acquisita del Pil pari a +2,4%. Significa che, per arrivare al 4,7% previsto nella Nadef dal Governo, ci vorrà una crescita media dello 0,6% circa in tutti e quattro i trimestri del nuovo anno.

Lo  stesso ritmo di crescita che Istat ha rilevato per il quarto trimestre 2021,  lievemente superiore a gran parte delle previsioni, ma in un trend di rallentamento dopo il 2,7% del secondo trimestre e il 2,6% del terzo. Ecco perché l’Istat né si sbilancia su quando esattamente l’Italia recupererà il Pil pre-pandemia, né se la sente “di confermare o meno” il 4,7%, spiega Savio.

Per il Mef “gran parte della caduta registrata nel 2020” è già recuperata. E “pur non sottovalutando i fattori di incertezza che sussistono a livello internazionale l’obiettivo del Governo resta quello di conseguire nel 2022 una crescita del Pil superiore al 4%”. Bankitalia e Fmi hanno tagliato al 3,8% la crescita attesa per l’Italia, ma l’obiettivo del 4% sembra a portata di mano secondo i centri studi di Unicredit (4,1%) e Intesa Sanpaolo (4,3%).

Purché si superi senza sorprese la frenata invernale dell’attività: secondo Loredana Federico, capo economista per l’Italia di Unicredit, green pass obbligatorio e distanziamento volontario hanno “rallentato significativamente” i servizi e il manifatturiero starebbe vedendo una contrazione.

Paolo Mameli, economista senior di Intesa Sanpaolo, prevede un  Pil “temporaneamente debole” ma anche una successiva accelerazione “su ritmi di poco superiori al punto percentuale”.

Se Confesercenti si sofferma sui fattori d’incertezza d’inizio 2022, Confcommercio saluta una crescita lo scorso anno “superiore alle attese” e ben al di sopra del 2,8% della Germania, che secondo il Fmi tornerebbe invece a sorpassare l’Italia nel 2022.

(di Domenico Conti/ANSA).

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