Italiano ucciso in Olanda, il killer incastrato dallo smartphone

Amsterdam: la zona del delitto cordonata dalla polizia olandese. EPA/Evert Elzinga
Amsterdam: la zona del delitto cordonata dalla polizia olandese. EPA/Evert Elzinga

ROMA. – La sua passione, lo smartphone, si è rivelata la chiave per individuare il suo assassino. Sarebbe stato proprio il telefonino di Paolo Moroni a guidare la polizia olandese sulle tracce del killer dell’ingegnere informatico italiano trovato morto giovedì scorso nella sua casa ad Amsterdam. L’uomo tratto in arresto è un 38enne di origini marocchine di Rotterdam.

Secondo le prime, sommarie, informazioni che arrivano dall’Olanda, il nordafricano avrebbe accoltellato a morte Moroni e poi sarebbe fuggito portando con sé il telefonino della vittima. Sul movente dell’omicidio l’ipotesi più accreditata al momento è che si sia trattato di un tentativo di rapina al quale Moroni stava cercando di opporsi. Non è chiaro, però, se la vittima conoscesse il suo assassino o se, invece, si sia trattato di un furto in appartamento.

Ulteriori chiarimenti arriveranno dalle indagini della polizia olandese e dall’udienza di convalida dell’arresto cui sarà sottoposto domani il presunto assassino. Sulla vicenda, però, indaga anche la procura di Roma che ha aperto un fascicolo per omicidio. Oggi è stata effettuata l’autopsia sul cadavere di Moroni, dalla quale arriveranno ulteriori chiarimenti sulla dinamica dell’omicidio.

“Non sono stati ammessi consulenti di parte – spiega l’avvocato della famiglia, Bruno Forestieri -. Non ci resta che attendere i risultati degli esami”. Quello che è successo ad Amsterdam, nel nuovo appartamento che Moroni aveva appena acquistato nel quartiere centrale di Oostenburg, resta però ancora avvolto dal mistero. Nulla, nel passato dell’informatico, avrebbe mai fatto pensare ad una tragedia simile.

La famiglia, molto conosciuta ad Allumiere – paese a due passi da Civitavecchia -, non riesce a darsi una spiegazione. In attesa di comunicazioni ufficiali da parte degli investigatori olandesi, a restare in piedi sono soltanto le supposizioni. Stando a quanto riferito dall’avvocato Forestieri, potrebbe esserci un video delle telecamere di sicurezza del palazzo di Moroni che avrebbe aiutato la polizia ad individuare il responsabile dell’omicidio.

Quello che ancora non è chiaro è se ci fosse un legame tra vittima e assassino. “L’ipotesi di un tentativo di rapina è molto verosimile – spiega il legale -, anche se bisogna ancora avere contezza di numerosi elementi, come lo stato dell’abitazione. Solo dopo potremo avere ulteriore chiarezza”.

Espletate tutte le pratiche ed effettuati i tamponi di controlli, il fratello e la sorella di Moroni partiranno domani verso l’Olanda non solo per il riconoscimento e il rientro della salma, ma anche per seguire di persona l’evolversi delle indagini. Fino ad oggi, infatti, la famiglia è stata costantemente aggiornata dall’unità di crisi della Farnesina, attraverso l’ambasciatore italiano in Olanda.

“Purtroppo – puntualizza l’avvocato – alcune persone si sono presentate dalla polizia dicendo che erano delegati della famiglia e hanno rilasciato dichiarazioni controverse alla stampa. Questo ha indispettito gli investigatori. Da oggi, dunque, le uniche dichiarazioni che saranno rilasciate saranno le mie o dell’avvocato in Olanda”.

Moroni, 42 anni, si era trasferito nei Paesi Bassi più di dieci anni fa, dopo una laurea alla Sapienza, un master all’Università della Svizzera italiana e alcune esperienze lavorative in Germania. Da sviluppatore aveva seguito numerosi progetti e app, anche per aziende molto conosciute, per poi approdare nella giovane startup Hymn.

Era rientrato ad Amsterdam l’8 gennaio scorso, dopo aver passato le festività nella sua Allumiere, insieme con la famiglia ma sempre con il suo laptop con lui. Poi quell’incontro e la tragica, e inspiegabile, morte nell’appartamento appena comprato.

(di Domenico Palesse/ANSA)