Golf: Molinari punta a Ryder e Giochi “vincere mi manca”

Molinari al Golf Open. archivio.
Francesco Molinari mentre misura il prossimo colpo. (ANSA)

ROMA. – Francesco Molinari non vince un torneo da quasi tre anni (l’ultima impresa risale a marzo 2019 all’Arnold Palmer sul PGA Tour). Un’eternità, specialmente per un golfista che, nel 2018, ha conquistato successi in tutto il mondo affermandosi anche quale primo italiano a imporsi in un Major (il The Open).

“La vittoria mi manca e spero davvero possa arrivare presto anche se chi gioca a golf sa che in questa disciplina gli exploit sono abbastanza rari”, spiega Chicco Molinari all’ANSA.

Sesto al debutto nel 2022 al “The American Express”, da oggi a sabato sarà tra i protagonisti del “Farmers Insurance Open” a San Diego (California), dove affronterà anche il numero 1 mondiale, Jon Rahm.

“Come da tradizione – sottolinea Molinari – è un evento che vanta un field di campioni. Il risultato della scorsa settimana è stato certamente positivo. Sono arrivato lì con poche aspettative, ma con buone sensazioni dopo un periodo di lavoro all’insegna della qualità e dei cambiamenti”. Come quello di puntare, per quel che riguarda la metodologia dell’allenamento, su una figura esperta e preparata qual è quella di Sandro Donati.

“Ci siamo conosciuti qualche anno fa quando s’è avvicinato al golf per passione. La nostra collaborazione è nata questo inverno. Cercavo qualcuno che gestisse meglio i miei allenamenti e ho deciso di chiedergli un aiuto che si sta rivelando fondamentale. Sono felice poi di aver ritrovato il caddie di una vita, Pello Iguaran. Ci conosciamo bene e abbiamo intrapreso un percorso nuovo e stimolante”.

Venti di cambiamento per il piemontese che racconta anche il periodo complicato vissuto. “Il trasferimento dall’Inghilterra agli Usa ha richiesto il suo tempo e le energie investite sono state molte. L’infortunio alla schiena non ha certo aiutato, saltare le Olimpiadi è stato duro e col senno del poi pensó sarebbe stato meglio fermarsi prima. E a tal proposito voglio fare gli auguri di pronta guarigione a Sofia Goggia. Era in un momento di forma straordinaria e questo infortunio proprio non ci voleva. Ma lei è una grandissima e sono sicuro che troverà il modo di superare anche questa”.

Dopo il forfait dai Giochi di Rio de Janeiro, Molinari è stato costretto a ritirarsi – a pochi giorni dal via – anche da quelli di Tokyo. E ora guarda a Parigi 2024. Nel 2018, al Le Golf National, ha trascinato l’Europa al trionfo (vincendo cinque incontri su cinque, record europeo) in Ryder Cup. E al Le Golf National, tra poco più di due anni, spera di coronare il suo desiderio a cinque cerchi. “Sembra quasi un segno del destino – dice Molinari – e mi auguro davvero di arrivare a quell’appuntamento in buone condizioni fisiche. Anche se manca ancora molto, Parigi 2024 è qualcosa a cui pensó già adesso”.

Prima però la Ryder Cup 2023 al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma). “Il grande evento è vicino e, anche in questo caso, sarebbe bellissimo esserci. ‘Se è vero che sarà Luke Donald a capitanare l’Europa?’. Non ho nessun pettegolezzo a riguardo però credo che quello di Donald sia il nome più accreditato e papabile. Penso possa essere un grande capitano. É una persona concreta, intelligente. E sono certo che, in caso di nomina, farebbe un ottimo lavoro”.

Poi sui criteri di qualificazione, che tanto stanno facendo discutere. “Sono d’accordo con Tyrrell Hatton, non credo servano rivoluzioni per l’Europa, magari delle migliorie”. Da Molinari un pensiero anche su Tiger Woods. “Per il nostro mondo è fondamentale e la sua figura, quasi mitologica, non è paragonabile a nient’altro. Non ci ho parlato – precisa – ma tutti, io compreso, lo aspettiamo in campo”.

Una battuta anche sul caso Djokovic. “Non ho nessun titolo in materia per dare giudizi ma le indicazioni delle autorità preposte mi sembrano piuttosto chiare. Io sono vaccinato con terza dose, così come vaccinate sono milioni e milioni di persone nel mondo. Penso che la vicenda Djokovic sia stata gestita male e credo sarebbe stato meglio se non fosse proprio partito per l’Australia. Si sarebbe evitato tutto quello che poi è successo”.

Poi una parentesi dedicata al golf italiano, in forte crescita (mai così tanti tesserati dal 2013). “Sono contento di questo e, da golfista, mi auguro di vedere sui tour mondiali sempre più giovani italiani. E’ stato bello, lo scorso anno, guardare Francesco Laporta e Guido Migliozzi ottenere grandi risultati”.

E il finale è riservato al calcio e alla sua squadra italiana del cuore (Molinari è un appassionato anche del West Ham), l’Inter. “Se vincerà lo scudetto? A questo non rispondo – ride – più che altro per scaramanzia”.