Fmi taglia crescita Italia al 3,8%, anche mondo rallenta

Banconote.

NEW YORK.  – La crescita mondiale rallenta a causa di un Covid che non molla la presa e un’inflazione alta e persistente. Non sfugge alla frenata l’Italia, per la quale il pil 2022 è stato rivisto al ribasso al +3,8% dal +4,2% stimato solo in ottobre.

La fotografia dello stato di salute della ripresa globale del Fondo Monetario Internazionale mette l’accento sulle molte sfide da affrontare e sui molteplici rischi, in primis il caro prezzi legato alle strozzature delle catene di approvvigionamento. Le tensioni geopolitiche fra Russia e Ucraina complicano ulteriormente un quadro difficile, caratterizzato da un debito pubblico record a livello mondiale e un ampio divario nell’accesso ai vaccini.

“L’economia globale entra nel 2022 in una posizione più debole delle attese”, afferma il Fondo nell’aggiornamento de World Economic Outlook, nel quale si prevede una crescita globale del 3,8% per il 2023, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto a ottobre. La revisione al ribasso delle stime per il 2022 è legata al rallentamento delle due maggiori economie al mondo.

Gli esperti di Washington hanno infatti dato una forte sforbiciata alle stime per gli Usa, rivedendole al ribasso di 1,2 punti al 4,0% quest’anno a causa della mancata approvazione del piano Build Back Better di Joe Biden. Per il 2023 la crescita americana è prevista al 2,6% (+0,4 punti). Complice al politica della tolleranza zero per il Covid e le tensioni sul mercato immobiliare, il Dragone cinese è invece atteso crescere del 4,8% nel 2022 (-0,8 punti) e del 5,2% il prossimo anno (-0,1).

La frenata americane e cinese si ripercuote sull’Europa. La crescita per l’area euro è prevista al 3,9% quest’anno e al 2,5% il prossimo. A rallentare sono tutte le grandi economie europee, dalla Germania alla Francia passando per la Gran Bretagna che, comunque, resta il paese a crescita più veloce nel G7 per il secondo anno consecutivo. Dopo una contrazione del pil dell’8,9% nel 2020, il Fmi certifica per l’Italia un rimbalzo del 6,2% nel 2021, e prevede una crescita del 3,8% quest’anno e del 2,2 il prossimo (+0,6).

“I rischi all’outlook sono al ribasso”, avverte il Fmi presentando i suoi dati citando fra l’altro l’emergenza clima.

“Investire in politiche sul clima resta un imperativo per ridurre il rischio di un catastrofico cambio climatico”, mette in evidenza il Fondo. Fra gli altri rischi c’è un’inflazione alta per un periodo più prolungato del previsto. “Dovrebbe restare elevata nel breve termine, attestandosi nel 2022 in media al 3,9% nelle economie avanzate e al 5,9% in quelle emergenti, prima di arretrare nel 2023”, osservano gli esperti di Washington. A minacciare la ripresa è anche il debito pubblico record  sul quale pesa l’atteso aumento dei tassi di interesse della Fed. Il Fondo si augura una stretta “ordinata”.

Secondo Gita Gopinath, la numero due del Fmi, in questo quadro è ancora più importante che la Fed comunichi chiaramente le sue mosse così da ridurre il rischio di tensioni sui mercati.

Nell’incitare alla cooperazione il Fondo esorta quindi a facilitare l’accesso ai vaccini per tutti come chiave per mettere fine a una pandemia destinata a costare 13.800 miliardi di dollari al 2024 rispetto alle stime pre pandemia.