L’Italia scala la classifica sulla percezione della corruzione, balzo di dieci posti

Cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario nell'aula magna del tribunale
Cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario nell'aula magna del tribunale, 22 Gennaio 2022. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA. – I Paesi del Nord Europa, ma anche Germania, Francia, Regno Unito, sembrano ancora inavvicinabili. Le riforme degli ultimi anni, dall’istituzione di un’autorità indipendente anticorruzione alle modifiche sul piano penale, e lo sforzo dell’Italia per essere e apparire più credibile, stanno però dando risultati.

La conferma arriva dal Corruption Perceptions Index (Cpi), la classifica della corruzione percepita di Transparency International, che quest’anno assegna all’Italia 3 punti in più e la vede scalare la classifica di ben 10 posizioni, dal 52/o al 42/o posto.

“Un risultato della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell’ultimo decennio – secondo l’organizzazione – e che fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia”.

“Questo balzo ci dà orgoglio e soddisfazione. Ma – secondo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia – va guardato con responsabilità, perché se ci si ferma si va indietro. In vista del Pnrr serve uno sforzo collettivo per andare avanti. La prevenzione della corruzione e la trasparenza sono elementi essenziali per una crescita duratura anche al di là del 2026 e del Pnrr”.

“La credibilità internazionale dell’Italia si è rafforzata in quest’ultimo anno anche per effetto degli sforzi di numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità”, dice la presidente di Transparency International Italia Iole Anna Savini.

Sul piano normativo rimangono alcune questioni da definire, come il recepimento della Direttiva europea in materia di whistleblowing (il cui termine è scaduto lo scorso dicembre), e la disciplina sul lobbying, il cui testo è stato di recente approvato, in prima lettura, dalla Camera e che ora attende il vaglio del Senato.

In dieci anni sono stati 14 i punti guadagnati dall’Italia, me negli ultimi due anni vi era stato un rallentamento. Ora cresce la fiducia, anche se è ancora lontana la media dell’Ue, che è di 64 punti. Con 56 punti, il nostro Paese divide la piazza con Polonia e Saint Lucia.

Danimarca e Nuova Zelanda rimangono al vertice della classifica, affiancati quest’anno anche dalla Finlandia, con 88 punti (+3). La Germania si conferma nel gruppo di testa, con 80 punti, il Regno Unito ne ottiene 78 (+1), la Francia 71 (+2), gli Stati Uniti 67 come lo scorso anno.

In fondo alla classifica Siria, Somalia e Sud Sudan. Il ranking è stato condizionato dalla pandemia e dalle risposte dei governi. Due paesi su 3, tra i 180 presi in esame, è l’allarme di Transparency, presentano ancora importanti problemi di corruzione ed evidenziano un forte rischio di arretramento nella tutela dei diritti umani, nella libertà di espressione e di una crisi della democrazia.

“Nonostante gli impegni sulla carta – è la constatazione – , 131 Paesi non hanno compiuto progressi significativi contro la corruzione nell’ultimo decennio e quest’anno 27 paesi sono al minimo storico nel loro punteggio nel Cpi”.

(di Melania Di Giacomo/ANSA)

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