Goggia già al lavoro per Pechino: “Sono nelle mani di Dio”

La gioia di Sofia Goggia sul podio di Cortina.
La gioia di Sofia Goggia sul podio di Cortina. Archivio. ANSA/ANDREA SOLERO

BERGAMO.  – La battaglia di Sofia Goggia contro il tempo e la sfortuna è già cominciata e per vincerla, oltre a impegno, sofferenza e volontà, servirà un mezzo miracolo.

L’ infortunio al ginocchio sinistro riportato nel SuperG di ieri a Cortina giustificherebbe un lento e calibrato recupero ma Pechino chiama e l’azzurra farà di tutto per bruciare le tappe e poter difendere così l’oro in libera vinto a Pyeongchang.

Il suo primo messaggio social sembra far trasparire sentimenti a metà tra il fatalismo e la fede: “Se questo è il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo”, scrive con l’emoticon di un cuore rotto. Emozione contraddetta peraltro dalla tenacia con cui la campionessa olimpica ha già cominciato la riabilitazione, tra crioterapia e piscina, per sfruttare ogni secondi disponibile ed essere al via della discesa il 15 febbraio.

La tabella di recupero è già fissata, ed è talmente fitta e intensa da mettere a serio rischio il ruolo di portabandiera nella cerimonia d’apertura, il 4 febbraio, per il quale é stata designata dal Coni.

Goggia lavorerá intensamente fino al 7  di quel mese, nel giorno del gigante che e’ senza dubbio escluso dai suoi piani.

L’8 è prevista la partenza per Pechino, in vista delle prove cronometrate e nella più fortunata delle ipotesi del Superg dell’11 da usare come test, in vista della discesa del 15. Anche se la possibilità estrema è che Goggia decida proprio a ridosso di quella gara, in caso ci sia l’ok dei medici. Insomma, è un programma da verificare giorno per giorno, per eventuali ritardi o anticipi.

Dopo una notte sicuramente non facile nella casa di Bergamo con i suoi familiari, per la campionessa è dunque cominciata la nuova e dura sfida. Per l’assistenza e gli interventi di fisioterapia e di riabilitazione fisica, come purtroppo le è già successo in passato, Goggia ha già fatto riferimento ad alcuni centri specializzati ed è in uno di questi, a Mantova, che è partita la sua sfida. Il tempo è il grande nemico, perchè prima della gara del 15 febbraio ci sarà da fare, nei giorni precedenti, almeno una prova cronometrata.

Ci sarà il ricordo amaro dei Mondiali di Cortina dello scorso anno – un appuntamento con le medaglie mancato per una banale ma grave caduta belle settimane precedenti – ad allungare inevitabili ombre di preoccupazione e ansia sui momenti di pausa dell’azzurra tra un esercizio e l’altro. Una sfida psicológica che è anche più difficile di quella fisica e quel cancelletto al momento sembra lontano e inafferrabile come un sogno.

Di certo, l’azzurra avrà dalla sua il sostegno di tutto il suo staff e dell’intera federazione, col presidente, Fabio Roda, che ha grande fiducia  nelle sue capacità di ripresa. Di certo, anche lui, come tutti i tifosi, ha il cuore un po’ spezzato come quello che in emoticon ha postato Goggia nel suo messaggio su Instagram. “Lei ha grande forza di testa, sarà lei a Dover decidere cosa fare una volta avuto l’ok dei medici”, ha detto il medico Fisi, professor Panzeri, ieri sera lasciando la clínica dove si sono svolti gli esami.

Intanto, la coppa del mondo di sci va avanti senza di lei: domattina a Plan de Corones gigante donne con l’Italia che si affida così soprattutto a Marta Bassino e Federica Brignone.

Domani sera, invece , a a Schladming, in Austria, slalom speciale uomini. gli azzurri devono far dimenticare la grandissima occasione buttata al vento domenica nello speciale di Kitzbuehel quando dopo al prima ma manche Alex Vinatzer era al comando e Giuliano Razzoli quarto, ma non sono riusciti a confermarsi nella seconda manche.