Covid: la Regione Lazio vara il bonus psicologico

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante l'inaugurazione della nuova sala del Numero Unico Emergenze a Roma
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante l'inaugurazione della nuova sala del Numero Unico Emergenze a Roma, 16 settembre 2021. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – I contagiati e quanti hanno subito le dirette conseguenze economiche provocate dal Covid non sono le uniche vittime della pandemia che in due anni ha minato la psiche soprattutto dei più giovani. Lockdown, Dad e restrizioni hanno determinato per i ragazzi una diminuzione delle occasioni di scambio e socialità, costretti a praticare meno attività sportive, ad avere meno confronti con i propri coetanei e ad affrontare la nuova realtà e i problemi tipici dell’età nel chiuso della loro stanza in compagnia di un pc.

Per fare fronte a questa nuova emergenza, il Lazio fa da apripista e vara un fondo da 2,5 milioni di euro per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale e la prevenzione del disagio psichico rivolto in primo luogo proprio ai giovani e alle fasce più fragili.

La Regione Lazio metterà a disposizione dei voucher da utilizzare nelle strutture pubbliche coinvolgendo la rete degli psicologi e degli psichiatri perché per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti l’aumento dei disturbi psicologici provocati dalla pandemia è “uno degli investimenti necessari per il futuro delle nuove generazioni”.

A confermare l’allarme è una ricerca della Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano diffusa oggi, da cui emerge che il 17,3% dei giovani tra i 14 e i 19 anni, – su un campione di 150 adolescenti travolti dalla pandemia – pensa che sarebbe meglio morire o dice di volersi far del male e il 2% lo pensa quasi ogni giorno e il 15,3% più della metà dei giorni.

“Stiamo parlando in valori assoluti – avverte Damiano Rizzi, presidente di Soleterre e psicoterapeuta dell’età evolutiva – di oltre 490 mila individui”.

Che il tema fosse una priorità lo aveva sancito anche una proposta bipartisan sostenuta da M5s, Pd, Lega, Fi, Fdi, Iv e Leu per finanziare nella legge bilancio 2022 un bonus salute mentale da 50 milioni di euro per aiutare economicamente le persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno psicoterapeuta.

Nonostante l’accordo tra le forze politiche il Governo però non l’ha inserita nella legge ed è partita così una petizione, promossa su change.org dal giornalista del Tg1 Francesco Maesano, che raggiunto le 210mila firme proprio per chiedere il bonus salute mentale.

Un anno fa il primo a lanciare l’allarme fu Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma spiegando all’epoca che “i tentativi di suicidio e autolesionismo marcato sono aumentati del 30% durante la seconda ondata. Le ospedalizzazioni per tentativi o idee di suicidio sono passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021”.

Proprio per questi dati nel maggio 2021 la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Carla Garalatti chiese il rafforzamento dei servizi dedicati agli adolescenti con disagio psichico e a giugno scorso fece partire la prima ricerca scientifica nazionale sulla salute mentale di bambini ed adolescenti.

L’iniziativa, realizzata con l’Istituto superiore di Sanità e il Ministero dell’istruzione, dura tre anni e coinvolge 7.500 minorenni suddivisi in tra fasce d’età: 6-10, 11-13 e 14-18 anni. Un disagio psico-sociale, secondo i dati raccolti sul campo della Caritas, che riguarda per l’80,5% i giovani ma anche il 77,4% di anziani e donne.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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