“Pagato dalla Cina”, condannato un luminare di Harvard

Un estudiante pasa delante de la estatua de John Harvard en la universidad de Harvard. ANSA/EPA/CJ GUNTHER

WASHINGTON.  – É sospettato di aver spiato per conto della Cina nel cuore di una delle istituzioni più blasonate d’America, l’università di Harvard. Ora Charles Lieber, 62 anni, uno dei docenti più stimati ed ex vicepresidente del Dipartimento di chimica del prestigioso ateneo, è stato condannato nell’aula di una corte federale di Boston per aver nascosto i suoi legami con Pechino. Rischia fino a 15 anni di carcere.

Lieber, arrestato lo scorso gennaio, è accusato di aver  lavorato per il Thousand Talents Plan, un programma ciñese mirato a reclutare in America persone con conoscenze e competenze nel campo delle tecnologie e della proprietà intellettuale. Il luminare ha negato di essere una spia o di aver trasferito a Pechino informazioni su tecnologie o brevetti, ammettendo però di aver collaborato col programma e spiegando di averlo nascosto solo per proteggere la sua carriera accademica e la sua reputazione.

I capi di accusa vanno dalla falsa testimonianza alle false dichiarazioni fiscali,  compreso il reato di non aver dichiarato l’esistenza di un suo conto bancario in Cina. Conto su cui sarebbero gravitate somme ingenti erogate da Pechino, compresi 50 mila dollari al mese dall’Università della Tecnologia di Whuan. Gli investigatori hanno poi riscontrato il pagamento di almeno 158 mila dollari in spese di soggiorno e oltre 1,5 milioni di finanziamenti e borse di studio.

Quello del professor Lieber è solo il caso più noto ed eclatante di una serie di indagini portate avanti dal Dipartimento di giustizia americano a partire dal 2018, nell’ambito dell’operazione denominata “China Initiative”. Operazione volta smascherare casi di sospetto spionaggio economico da parte della Cina arruolando docenti, ricercatori, manager di aziende e altre figure professionali. Nel mirino in particolare gli atenei più titolati del panorama universitario americano, come Harvard, Stanford, Yale, Berkeley, Princeton.

Ma centinaia sono gli accademici che hanno protestato contro questa azione del governo federale, scrivendo anche una lettera al ministro della giustizia Merrick Garland. Lettera in cui si sostiene come la “China Initiative” danneggi la ricerca accademica, ostacoli il reclutamento di studiosi stranieri nelle università americane e vessi in particolare i tantissimi docenti e ricercatori di origine cinese che lavorano negli Stati Uniti, provocando una sorta di “profilazione razziale”.

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