La Cina mette Xi’an in lockdown, test a 13 milioni di persone

ROMA. – E’ la città dell’Esercito di Terracotta, Xi’an, centro urbano da 13 milioni di abitanti capoluogo della provincia di Shaanxi nella Cina centrale. E da oggi è in lockdown a causa di un focolaio di covid. Sono bastati 52 nuovi casi di coronavirus, che hanno portato il totale a 143, per far scattare il massimo allarme e indurre le autorità cinesi a chiudere. E l’allarme è scattato solo all’indomani dall’avvio del programma di verifica di massa: ovvero sottoporre tutti i 13 milioni di abitanti al test per individuare il contagio.

Pechino si conferma così determinata a stringere al massimo le maglie della sua politica di ‘tolleranza zero’, perché nulla deve passare, in vista soprattutto delle olimpiadi invernali che la capitale si appresta ad ospitare a partire dal prossimo 4 febbraio. Un’occasione imperdibile per ripartire e per prendersi una ribalta internazionale proprio mentre il mondo continua la sua corsa per seminare il virus e lo fa in grande affanno.

Così a Xi’an da oggi “si può uscire una sola persona alla volta ogni due giorni per acquistare beni di prima necessità”, hanno fatto sapere le autorità della città via account ufficiale su Weibo che spiega in dettaglio le nuove regole introdotte a partire dalla mezzanotte. I residenti “non possono lasciare la città se non è strettamente necessario”. Le stazioni degli autobus a lunga percorrenza sono state chiuse e le autorità hanno istituito posti di blocco sulle autostrade fuori da Xi’an, affermano gli avvisi del governo.

Secondo il tracker di volo VariFlight, oltre l’85% dei voli da e per l’aeroporto principale della città è stato cancellato. Tutte le attività nei parchi all’aperto sono state sospese, mentre il museo che ospita il famoso esercito di terracotta, il mausoleo del primo imperatore cinese di 2000 anni fa, è stato chiuso fino a nuove indicazioni. Le misure introdotte in queste ore a Xi’an sono fra le più rigide che la Cina abbia adottato dal lockdown di Wuhan all’inizio del 2020.

L’obiettivo adesso è ‘zero-trasmissione’, una strategia ben precisa, fatta di chiusure, obbligo di mascherina ovunque e test di massa. Questo di sicuro fino alle Olimpiadi invernali a febbraio. Sui social compaiono però già le prime immagini del panico che le nuove restrizioni producono, soprattutto con l’assalto a negozi e supermercati nell’intento di fare incetta di provviste, sebbene le autorità abbiano garantito la disponibilità di cibo e generi di prima necessità.

Ormai la strada è tracciata e anche un solo caso innesca in Cina chiusure e limiti: è il caso della città di Dongxing, nel sud del Paese, dove dallo scorso martedì i suoi 200mila residenti sono confinati in casa, un ordine disposto dopo l’emergere di un solo caso di Covid.

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