Confindustria teme per Pil. Governo: “Pronti se serve”

Logo nella sede di Confindustria.
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ROMA. – Un “sentiero scivoloso” per la risalita dell’economia italiana, secondo Confindustria. Con dei rischi per la ripresa, a partire dalla variante Omicron e dalle incognite sul suo impatto economico, evidenziati dal Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni.

E’ lo scenario che si apre fra la fine di un 2021 vissuto cavalcando l’onda del recovery, e che l’Italia si appresta a chiudere con un +6,2% di Pil, e un 2022 denso d’incertezze. E che spinge il Governo in due direzioni: la prima, scongiurare in ogni modo possibile una nuova fase di chiusure di attività, col pressing sulle vaccinazioni e misure ‘chirurgiche’ di controllo della curva dei contagi. Dall’altro, tenersi pronto – come ha promesso oggi il premier Mario Draghi – a intervenire.

“Il Governo resta pronto a sostenere l’economia in caso di rallentamento, la sfida principale resta far aumentare il tasso di crescita nel lungo periodo e risolvere le debolezze strutturali a partire dalle disuguaglianze”, ha assicurato il premier alla conferenza stampa di fine d’anno. Gli economisti di Intesa Sanpaolo fotografano con un +6,2% la crescita dell’anno passato, in linea con le stime più recenti, grazie a un “balzo dell’attività economica, di molto superiore alle attese, registrato nei trimestri centrali dell’anno”.

Proseguito in autunno, come certificano l’attività delle costruzioni a ottobre (0,8% su mese e +10% su anno, al top di quasi 10 anni) e l’export di novembre, +2,9% e + 13,3% rispettivamente verso i Paesi extra-Ue. E’ al volgere d’anno che la situazione si complica: in Italia come in Europa, in qualche misura anche negli Usa, di fronte alla presa d’atto che i vaccini non bastano contro il Covid.

“E’ possibile – ragiona Gentiloni – che nell’ultimo trimestre di quest’anno la velocità della ripresa possa rallentare, valuteremo la situazione a gennaio-febbraio”. In linea con la situazione anticipata da Bce e Bankitalia che ha tagliato al 4%, dal 4,4, la crescita attesa per l’Italia nel 2022. Vista dall’osservatorio privilegiato di Confindustria, la ripresa dovrebbe proseguire”: ma “nel quarto trimestre si conferma una frenata dell’economia italiana: preoccupano la scarsità di commodity, i prezzi alti dell’energia, i margini erosi, l’aumento dei contagi”.

Ecco perché “”crescono i rischi per la risalita del Pil, caro-energia e nuovi contagi sono i principali”. Nessuno sa, esattamente, se la fiammata energetica si esaurirà, o cosa succederà con una variante Covid che minaccia di avere una velocità di diffusione così elevata. E che, indirettamente, sta già impattando su settori di peso per l’economia italiana come la ristorazione, il turismo, l’ospitalità, dove si registrano tante cancellazioni. In termini di impatto – ha azzardato Draghi – “non vediamo molto per l’Italia ma per la Germania sì perché lì la diffusione va più velocemente”, e “gli indicatori del sentimento di investitori imprenditori e consumatori vertono in negativo”.

Proprio la Germania, tuttavia, rischia di contribuire a trascinare al ribasso le prospettive di crescita, se a un ridimensionamento dei consumi si aggiungesse quello dell’export di macchinari e componenti verso un Paese fortemente esposto ai rischi globali, e cui l’industria italiana è legata a doppio filo.

La Bce, che ha intrapreso una ‘exit strategy’ dalle sue misure d’emergenza anche più prudente di quella della Fed, ha fatto sapere che non mancherà di continuare a fornire sostegno, se necessario anche riattivando il programma pandemico che termina a marzo.

La Ue sa già che continuerà a servire sostegno di bilancio, seconda stampella di una crescita ancora malferma: Gentiloni spiega che “non avremo conseguenze economiche paragonabili al primo lockdown, ma ciò non significa che non dovremo monitorare l’impatto molto da vicino”.

(di Domenico Conti/ANSA)

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