Crescono i contagi, Electrolux Treviso è ‘rossa’

Interno dello stabilimento Electrolux di Treviso
Interno dello stabilimento Electrolux di Treviso. (ANSA)

SUSEGANA. – Un po’ perché da un paio di settimane, tutti i giorni, dai due ai tre lavoratori sono colti positivi al tampone, un po’ perché nel territorio di riferimento i casi di contagio si moltiplicano, non ultimo il recente numeroso cluster in una parrocchia della vicina Conegliano (Treviso) dopo una trasferta in Umbria, lo stabilimento Electrolux Italia di Susegana (Treviso) ha scelto di correre ai ripari.

E lo ha fatto, questa mattina, diffondendo una nota ai lavoratori nella quale si comunica il passaggio alla “fase di rischio” più elevata, la numero uno, cioè quella “rossa”, a pochi giorni da un primo shift dal giallo all’arancione. Il che significa, è spiegato nel documento, che riunioni ed eventi potranno essere svolti solo in modalità on-line, che negli uffici e negli ambiti in cui sia possibile la quota minima di prestazione da remoto sia del 70% e che per attività indispensabili debba essere rispettato il limite massimo del 30% dell’occupatibilità delle postazioni.

L’azienda ha inoltre stabilito il divieto di accesso ai visitatori, permettendolo solamente ai fornitori di operazioni essenziali, e ha proibito visite guidate, anche da parte di personale interno, ai reparti di produzione. Rimane l’obbligo di indossare la maschera protettiva Ffp2 per il 100% del tempo lavorativo anche dove il distanziamento interpersonale sia rispettato.

Il passaggio di fase, riferiscono le rappresentanze sindacali interne, come avvenuto in altri momenti, viene deliberato dai vertici in base ad una formula che combina la tendenza interna con l’andamento della diffusione del virus nell’area da cui provengono i dipendenti.

Nelle ultime settimane, intanto, la quota dei non vaccinati fra i circa 1.500 addetti si è ridotta al 10%, contro il 22% rilevato la scorsa estate, e i lavoratori oggi in quarantena, in tutto poco meno di 20, risultano tutti essere stati sottoposti alla profilassi ed accusare sintomi generalmente piuttosto lievi (soltanto per uno di essi è stata opportuna una fase di osservazione ospedaliera). Il fenomeno, in ogni caso, ad oggi non ha impattato sulla produzione anche grazie all’ingresso recente di alcune decine di operai a tempo determinato.

(di Gianni Favero/ANSA)