Il Cile sceglie il presidente, voto all’ombra di Pinochet

SANTIAGO DEL CILE. – Un voto che segnerà il futuro del Cile. In un clima di grande incertezza, 15 milioni di elettori saranno chiamati domani alle urne per scegliere il successore del presidente Sebastian Piñera per il prossimo quadriennio fra due volti relativamente nuovi della politica: l’ultraconservatore José Antonio Kast e il giovane leader della sinistra Gabriel Boric.

Un testa a testa che sarà cruciale anche per il destino della nuova Costituzione, che l’assemblea eletta dopo le massicce proteste del 2019 sta riscrivendo per cancellare l’eredità del defunto dittatore Augusto Pinochet. Una vittoria di Kast, estimatore dichiarato di Pinochet, potrebbe rimettere tutto in discussione, provocando uno scontro istituzionale.

In testa a sorpresa nel primo turno con quasi il 28% dei voti fu Boric, fermatosi al 26%, Kast ha moderato nella seconda fase della campagna elettorale il suo discorso nostalgico dell’ex dittatore, sperando di raggiungere i settori moderati che non hanno votato il 21 novembre scorso, e ha fatto sapere che non avrebbe partecipato ai funerali della vedova dell’ex dittatore, Lucia Hiriart, scomparsa giovedì all’età di 99 anni.

Per tentare di raggiungere il palazzo della Moneda e diventare il più giovane presidente della storia del Cile, il 35enne Boric ha battuto invece le regioni del nord e del sud del Paese, dove aveva raccolto meno consensi.

A chiusura della campagna elettorale i sostenitori dell’avvocato 55enne Kast, ammiratore anche di Trump e Bolsonaro, si sono riuniti nel Parque Araucano del distretto di Las Condes, per ascoltarlo criticare Boric e sottolineare che “la sinistra promuove solo la povertà, quella povertà che ha trascinato Venezuela, Nicaragua e Cuba, a situazioni incredibili, dove la gente fugge, perché quelle narco-dittature portano solo povertà e miseria”.

Boric ha incontrato i militanti della sinistra nel Parque Almagro de Santiago, pronunciando un discorso incentrato sull’unione del Cile e sul processo costituente, riferendosi spesso al suo rivale, ma senza mai nominarlo esplicitamente. “Siamo una generazione che impara da chi è venuto prima – ha proclamato – e ci uniamo per sconfiggere la dittatura. Ci uniamo per democratizzare il Cile, ci uniamo per avere una nuova Costituzione e ora ci uniamo per sconfiggere l’erede del governo (uscente di centro-destra) e il pinochetismo”.

La sfida è soprattutto tra due visioni antitetiche per il futuro del Cile. Kast, proveniente da una famiglia tedesca emigrata in Cile, è contro il matrimonio per le coppie dello stesso sesso e l’aborto e difende il sistema economico neoliberista, con l’obiettivo di tagliare le tasse e la spesa sociale. Boric, al contrario, da ex leader del movimento studentesco che si batteva per un’istruzione gratuita, le imposte vuole aumentarle.

Il risultato è quanto mai incerto. I sondaggi ufficiosi diffusi nelle ultime ore (quelli ufficiali sono vietati dalla legge elettorale) indicano che la successione di Piñera si risolverà con un testa a testa che potrebbe creare tensioni fra i militanti delle due coalizioni. Per la società Atlas Intel Kast avrebbe il 48,5% delle preferenze contro il 48,4% di Boric. I seggi in tutto il Paese resteranno aperti dalle 8 (le 12 italiane) alle 18, o fino a quando l’ultima persona in fila non avrà posto la sua scheda nell’urna.

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