Scontro su Natale in Israele, ira delle Chiese

Due ebrei si fanno una foto con la mascherina in Israele.
Due ebrei si fanno una foto con la mascherina in Israele. (ANSA)

TEL AVIV.  – Pellegrini discriminati per Natale. A lanciare l’accusa è stato sul suo profilo di Facebook il portavoce delle Chiese cristiane in Israele Wadie Abunassar secondo cui le restrizioni sanitarie del governo israeliano, causa variante Omicron, all’ingresso di stranieri (proprio oggi estese fino al 29 dicembre) di fatto stanno bloccando la possibilità per i pellegrini di celebrare il Natale nei luoghi santi del cristianesimo che si trovano in Israele.

Accuse – espresse tuttavia, secondo fonti del Patriarcato latino di Gerusalemme “a titolo personale” e “non concordate con l’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa” – che Israele ha subito respinto al mittente. Il portavoce del ministero degli esteri Lior Hayat le ha definite “oltraggiose, false e pericolose”. Un botta e risposta dai toni forti partito, secondo Abunassar, dal fatto che Israele ha concesso il permesso ad una associazione ebraica Usa ‘Birthright’ (‘Taglit’, in ebraico) di organizzare viaggi nel Paese per i propri gruppi.

“Discriminazioni razziste sono – ha scritto su Facebook – inaccettabili. Chiedo alle autorità israeliane di trattare in maniera eguale tutti quanti vogliano visitare il Paese, senza discriminazioni a sfondo religioso”.

“Ci aspettiamo che i leader religiosi – ha replicato Hayat – non promuovano discorsi infondati, di odio e di istigazione che servono solo ad aggiungere benzina al fuoco dell’antisemitismo e possono portare alla violenza con danni a persone innocenti”. Il portavoce, dopo aver ricordato che la variante Omicron ha costretto Israele come “molti altri paesi” a cambiare le regole di ingresso nel Paese,   ha sottolineato che il governo ha istituito un ‘Comitato per le eccezioni’ “che si occupa ogni giorno di centinaia di richieste e che le esamina senza pregiudizi o discriminazioni di razza o religione”. Poi ha rivelato che il Comitato nei giorni scorsi “ha rilasciato numerosi permessi, sia ad ebrei sia a cristiani. Alcune delle richieste approvate erano quelle che provenivano dalle autorità ecclesiastiche in Israele, compresi permessi per l’ingresso di sacerdoti nel Paese per le imminenti festività cristiane”.

“Il governo israeliano – ha concluso – è attualmente impegnato in preparativi speciali per il Natale, per gli evento e per le sue cerimonie concomitanti al fine di consentiré l’accesso ai Luoghi Santi per i fedeli, garantendo nel contempo la loro salute e sicurezza”. Il divieto di ingresso per gli stranieri e le ricadute sui pellegrini erano state denunciate anche dal Custode di Terra Santa padre Francesco Patton lo scorso 12 dicembre.  “Quel divieto – aveva detto in una dichiarazione all’ANSA – comporta tagliare fuori dal Paese tutti I pellegrini cattolici del mondo in occasione del Natale”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)