Volevano occupare ospedale, NoVax bloccati dalla Polizia

Auto-pattuglie della Polizia.
Auto-pattuglie della Polizia.

TRIESTE. – I No Vax di Pordenone la notte scorsa, in un rimbalzo di messaggi via internet sui propri canali social, hanno chiamato a raccolta i simpatizzanti perché partecipassero a una manifestazione (non autorizzata) stamattina, all’Ospedale civile, in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà vaccinale per alcune categorie, dunque a sostegno del personale sanitario sospeso dal servizio.

L’intenzione era di occupare la Direzione sanitaria e pubblicizzare l’azione, anche grazie alla presenza di un invitato speciale, Stefano Puzzer. Ma al loro arrivo, molto presto, i contestatari hanno trovato gli agenti della Digos che li hanno identificati e dispersi. Verranno denunciati – loro e gli altri settanta circa sopraggiunti dopo – per manifestazione non autorizzata e violazione in materia di Covid. Uno di loro è stato accompagnato in Questura perché si è rifiutato di essere identificato e di indossare la mascherina.

In Questura ci è finito lo stesso Puzzer che ha avuto appena il tempo di parlare a sostegno della causa No Green pass, che gli agenti lo hanno accompagnato e notificato, su disposizione del questore, Marco Odorisio, il foglio di via obbligatorio per tre anni. Al salire del livello della lotta al Green pass, sale anche il livello di attenzione che le forze dell’ordine pongono al fenomeno così come si approfondisce la lacerazione sociale tra pro e contro vaccini.

Alla Digos non è sfuggita in nottata la ‘chiamata alle armi’ e dunque il questore Odorisio ha disposto tre servizi di controllo all’Ospedale civile, dove è attivo il polo vaccinale e alla direzione generale dell’azienda sanitaria. In Ospedale il d.g. dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale, Joseph Polimeni è tranquillo: “A noi non rimane che continuare a lavorare, in silenzio e con ancora maggiore intensità, a beneficio della comunità”.

Puzzer è arrivato con un collega portuale quando la manifestazione si stava concludendo, ha arringato i presenti con critiche alle istituzioni, poi ha seguito la Digos in Questura. Con lui, si è sciolto anche il presidio. Il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale Ordini dei medici, Filippo Anelli, sostiene che “l’odio ideologico deve risparmiare il Servizio Sanitario Nazionale, che è patrimonio di tutti” richiamando la Convenzione di Ginevra, sul diritto umanitario e invitando a forme di protesta pacifiche”.

Sorpreso il vice sindaco di Pordenone, Emanuele Loperfido: “Intralciare l’attività medico sanitaria, che si dedica quotidianamente a salvare vite umane, è quanto non avremmo mai potuto immaginare nella nostra città”. Per l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, “è necessario adottare il pugno duro”, anche perché “se quanto pianificato fosse stato attuato, avrebbe compromesso l’operatività di una struttura sanitaria che deve rispondere alle esigenze immediate dei cittadini”.

La vicenda ha scosso anche il mondo della politica nazionale: la presidente del gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ha parlato di “tempestiva e doverosa operazione preventiva della Questura di Pordenone in contrasto ad azioni pericolose, illegali e destabilizzanti”; il deputato e responsabile Sanità di FI Andrea Mandelli, vice presidente della Camera, definisce “allarmante il fatto che l’odio negazionista si spinga fino a sabotare l’impegno” di chi lavora “per tutelare la salute collettiva”.

(di Francesco De Filippo/ANSA)