ROMA. – Nonostante l’impennata nel numero di vaccinazioni, con la rimonta delle prime ma soprattutto delle terze dosi, il virus SarsCoV2 in Italia continua a correre e le curve in salita lo dimostrano: aumentano infatti i ricoveri ed i decessi nell’ultima settimana e sono sei le Regioni che hanno superato la soglia di allerta del 10% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per Covid, mentre il presidente del Veneto Luca Zaia annuncia la probabile entrata della Regione in zona gialla – dopo il Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige – escludendo però, al momento, la classificazione in arancione.
Allarmanti i numeri che arrivano dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe: la settimana dall’1 al 7 dicembre registra un aumento del 22,4% dei nuovi casi Covid, una crescita del 12% dei decessi, del 16,3% di ricoverati e del 13,6% di pazienti in terapia intensiva. Da “7 settimane – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media giornaliera più che sestuplicata: da 2.456 casi registrati il 15 ottobre ai 15.110 del 7 dicembre”.
Ad aumentare sono stati anche i decessi, pari a 558 negli ultimi 7 giorni (di cui 17 riferiti a periodi precedenti), con una media di 80 al giorno rispetto ai 71 della settimana precedente. Tuttavia, rispetto allo scorso autunno la percentuale di pazienti che necessita di ricovero sul totale dei positivi si è dimezzata grazie, rileva Cartabellotta, alla “protezione del ciclo vaccinale primario nei confronti delle forme severe di malattia”.
Una situazione in peggioramento, dunque, con 52 Province dove l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti. Con il trend attuale di crescita dei nuovi casi, è la previsione del presidente Gimbe, “nelle prossime 4 settimane diverse Regioni cambieranno colore”.
L’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) allerta invece rispetto all’occupazione degli ospedali: superano la soglia del 10% in intensiva la Provincia autonoma di Trento (17%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio, Liguria, Marche e Veneto (al 12%). Mentre la soglia del 15% per l’area medica risulta superata da Friuli Venezia Giulia (23%), Valle d’Aosta (22%), Pa di Bolzano (19%) e Calabria (17%).
Una fotografia dell’andamento epidemico sostanzialmente riflessa dai dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute: sono 12.527 i positivi individuati nelle ultime 24 ore (ieri 17.959) a fronte di 312.828 tamponi molecolari e antigenici effettuati (ieri erano stati 564.698). Il tasso di positività è al 4%, in aumento rispetto al 3,2% del giorno precedente, e si registrano 79 vittime (ieri 86). Sono invece 811 i pazienti in terapia intensiva, 20 in più rispetto a ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 6.333 (+234).
Uno scenario in cui domina anche la preoccupazione per la variante omicron, sia pure mitigata dalle recenti rassicurazioni da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità circa l’efficacia delle attuali armi terapeutiche in attesa di evidenze ulteriori. Ad oggi, i casi confermati dall’Istituto superiore di sanità di tale variante in Italia sono 13. A questi si aggiungono altri 3 casi rilevati dall’Istituto Spallanzani di Roma.
Il trend di peggioramento per il nostro paese è evidenziato anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che classifica quasi tutto il Nord-Est della Penisola in rosso scuro proprio per l’aumentato numero di contagi. In particolare, secondo la mappa aggiornata dell’Ecdc, sono in giallo la Sardegna, Sicilia, Calabria, Molise e Umbria. Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Bolzano sono classificate in rosso scuro, mentre tutte le altre regioni sono segnalate in rosso.