Biden: uniamo le democrazie contro gli autocrati

Draghi in videoconferenza a Summit per Democrazia. (ANSA)

WASHINGTON.  – “Metà delle democrazie hanno sperimentato un declino negli ultimi dieci anni, compresi gli Usa. La sfida dei nostri tempi è preservare la democrazia” e “unirci contro le autocrazie”: Joe Biden lancia un appello alla mobilitazione per difendere diritti e libertà nel suo primo summit (virtuale) per la democrazia con oltre 100 Paesi e 80 leader di un mondo dove anche le restrizioni della pandemia hanno messo a dura prova il rapporto tra governi e cittadini.

Un vertice di due giorni dal quale ha escluso la Russia e la Cina (ma non Taipei), rinfocolando le tensioni esistenti sull’Ucraina e sull’isola di Taiwan. Ma anche, non senza polemiche, due alleati Nato come Ungheria e Turchia e i tradizionali partner degli americani in Medio Oriente (tranne Israele e Iraq),

lasciando aperta invece la porta ad altri Paesi con credenziali controverse, come la Polonia, la Serbia, il Pakistan, le Filippine dell’autoritario Rodrigo Duterte, il Brasile del presidente populista di estrema destra Jair Bolsonaro.

“La democrazia non accade per caso, non è una dichiarazione ma un atto e dobbiamo rinnovarla ogni generazione”, ha ammonito il presidente americano. “Nel mondo la democrazia ha bisogno di campioni per affrontare sfide importanti e allarmanti, e noi vogliamo guidare con l’esempio”, ha proseguito, riconoscendo che nessuna democrazia è perfetta” e che anche gli Usa devono “combattere instancabilmente per essere all’altezza dei loro ideali democratici”.

Ma ha invitato a unire gli sforzi di fronte agli “autocrati” che “giustificano le loro pratiche e le loro politiche di repressione come il mezzo più efficace per rispondere alle sfide del momento”, indicando come priorità la lotta alla corruzione, la difesa dei diritti umani e della libertà di stampa. Obiettivi per i quali ha lanciato un piano di aiuti di 424 milioni di dollari.

Tra i leader intervenuti anche Mario Draghi, secondo cui finora le democrazie sono state “all’altezza” della sfida della pandemia ma devono continuare tenere fede al loro impegno “per la libertà, l’equità e la prosperità economica per tutti”. Anche in epoca Covid “le nostre istituzioni sono rimaste forti ed efficaci. Abbiamo preservato lo Stato di diritto. Le nostre economie sono in forte ripresa grazie al sostegno senza precedenti fornito dai governi e dalle banche centrali”, ha aggiunto, ricordando il Recovery plan europeo come “esempio di resilienza e democrazia nei giorni più bui della crisi” e le varie iniziative italiane sul fronte dei diritti.

Per Biden il vertice è stata l’occasione per tornare sul duello che ritiene il decisivo per il XXI secolo, quello tra democrazie e autocrazie o dittature. Ma la guest list ha suscitato più di qualche critica. A partire dal fatto che la stessa democrazia Usa sta perdendo smalto, come ha ammesso il presidente e come gli rinfacciano i Paesi esclusi. Basta ricordare l’assalto al Congresso dei fan di Trump, il razzismo e la brutalità della polizia incarnati dal caso Floyd, il record di armi e sparatorie, l’erosione di vari diritti, da quello di voto a quello sull’aborto.

L’amministrazione Biden “sta mostrando una mentalità da Guerra fredda” che “alimenterà il confronto ideologico e le divisioni nel mondo”, hanno scritto gli ambasciatori russo e cinese in Usa in un articolo comune in vista del summit, denunciando l’arbitrarietà degli inviti. “Gli Usa dividono i Paesi in buoni e cattivi in base a come appaiono ai loro occhi”, aveva già attaccato il portavoce Dmitri Peskov. Pechino è irritata ancora di più per l’invito a Taiwan, che considera una sua provincia: gli Usa stanno usando la democrazia come “una copertura e uno strumento per far avanzare i loro obiettivi geopolitici, opprimere altri Paesi, dividere il mondo e serviré i propri interessi”, ha reagito il ministro degli Esteri cinese.

Tra gli “umiliati e offesi” anche l’Ungheria del populista di destra Viktor Orban, unico Paese dell’Ue escluso, che si ritiene vittima di una ritorsione per i suoi caldi rapporti con l’allora presidente Trump. La scorsa settimana Budapest è riuscita a fermare un documento degli ambasciatori Ue sul summit perché non tutti i membri sono stati invitati. Ma non è riuscita ad impedire alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel di parlare al vertice per conto del blocco.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).