Monito di Biden a Putin su Kiev prima del summit virtuale

Joe Biden

WASHINGTON.  – Joe Biden mette in guardia Putin contro l’invasione dell’Ucraina minacciando sanzioni senza precedenti, alla vigilia del loro nuovo faccia a faccia la prossima settimana, questa volta in video collegamento dopo il summit in persona di giugno a Ginevra.

É stato il consigliere del Cremlino Iuri Ushakov a rivelare che è stata concordata una data per il vertice, dopo la visita di Putin lunedì in India, ma che non sarà annunciata finché non saranno definiti tutti i dettagli. Tanti i temi in agenda, dalle “insoddisfacenti” relazioni bilaterali alla stabilità strategica, dall’Iran alla Libia e all’Afghanistan.

Ma in cima a tutto resta la crisi ucraina, con la richiesta di Mosca di “garanzie legali” contro l’ulteriore espansione della Nato ad est, dopo il collasso dell’Urss e l’adesione di molti Paesi del  blocco di Varsavia: una linea rossa che per lo zar resta invalicabile.

Joe Biden ha preannunciato forti misure deterrenti contro il rischio di una invasione russa dell’Ucraina, ai cui confini Mosca ha ammassato oltre 100 mila soldati. “Sto mettendo insieme ciò che sarà il pacchetto di iniziative più completo e significativo per rendere molto, molto difficile che Putin proceda e faccia ciò che la gente tema possa fare”, ha spiegato il commander in chief, assicurando di essere in constante contatto con i partner europei.

Nei giorni precedenti il suo segretario di stato Antony Blinken aveva detto alla Nato di avere “le prove” che Mosca medita un blitz in Ucraina, minacciando sanzioni economiche dolorose, che rischierebbero di mettere in crisi una economía come quella russa dipendente in gran parte dagli idrocarburi.

Il Cremlino continua a respingere accuse e sospetti, rivendicando il suo diritto di spostare e ammassare truppe all’interno dei confini del Paese. Ma è chiaro per molti osservatori che Putin sta giocando la sua partita a scacchi, aumentando le pressioni su Kiev e sull’Occidente per ottenere quello che finora non ha avuto: la garanzia giuridicamente vincolante che l’Alleanza non si avvicinerà alla frontera russa.

Lo zar vuole mantenere degli Stati cuscinetto con l’Europa. E se la Bielorussia per ora non è in discussione, resta il rischio che Georgia e soprattutto Ucraina prima o poi entrino nella Nato. L’Alleanza aveva ufficialmente aperto la porta a Kiev nel 2008 e nel 2014 si cominciò a intravedere una possibilità concreta, dopo la rivolta filo occidentale del Maidan e la fuga del  presidente filorusso Viktor Ianukovich.

Putin reagì annettendo la Crimea. Ma ora l’Ucraina non vuole rinunciare a questa prospettiva. Abbandonarla “non è una opzione”, ha assicurato il ministro degli esteri di Kiev Dmytro Kuleba. “Rifiuto questa idea che dobbiamo garantire qualcosa alla Russia, è Mosca che deve garantire che non continuerà la sua aggressione contro nessun Paese”, ha messo in guardia, definendo come “assolutamente inappropriato per la Russia avere una qualche influenza sulle decisioni prese da un altro Paese sovrano”. Poi ha lanciato un messaggio agli Usa e ai suoi alleati per invitarli a respingere le richieste del Cremlino.

“Siamo noi – ha avvisato – ad avere la ‘golden rule’ nella diplomazia ucraina, quindi nessuna decisione sull’Ucraina senza l’Ucraina. Se qualcuno, anche i nostri amici più stretti, decide qualcosa alle nostre spalle non riconosceremo la decisione”.

Non sarà facile per Biden fare la prossima mossa: dare garanzie a Putin lo farebbe apparire debole e arrendevole, negarle significherebbe mantenere le tensioni sulla scacchiera europea proprio quando vuole concentrare i suoi sforzi sulla Cina. Nella partita ucraina si è inserito nel frattempo anche Recep Tayyip Erdogan, con cui Putin si è lamentato per l’uso ucraino di droni turchi nel Donbass.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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