“Flussi legali di migranti sono risorsa, non minaccia”

Il ministro estri Luigi di Maio durante la Conference Rome MED - Mediterranean Dialogues. (ANSA)

ROMA.  – In tema di migranti l’obiettivo è “proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai paesi più vulnerabili, rafforzare i flussi legali, che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società” ma per gestire la migrazione serve “un coinvolgimento maggiore di tutti i paesi europei”, abandonando visioni nazionali o egoistiche: con questo chiaro messaggio il presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto la settima edizione dei Med Dialogues, la due giorni organizzata a Roma dal ministero degli Esteri e dall’Ispi.

Una conferenza ibrida per tempi difficili, dopo quella interamente virtuale del 2020, causa Covid. Con l’aspirazione di sfruttare positivamente le transizioni – ecologica, tecnologica, quella imposta dalla pandemia, o dai nuovi equilibri geopolitici – che segnano la vita della regione mediterranea.

“Pensiamo ai flussi di migranti – ha ragionato Draghi intervenendo in videocollegamento e toccando tutti i maggiori punti dell’agenda regionale – che molto spesso hanno origine lontano dal mare, da soli non possiamo controllare i movimenti migratori, da inizio di quest’anno 6 volte tanti, rispetto al 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo, l’Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà”. Secondo il premier, “deve esserci una visione condivisa per il Mediterraneo. Non come confine meridionale dell’Europa, ma come centro culturale ed economico”.

Crisi libica e lotta al terrorismo sono invece alcuni dei temi toccati nel suo discorso d’apertura dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per il quale “la sfida più immediata per l’Italia è la stabilizzazione della Libia. La Conferenza di Parigi ha riaffermato l’ownership libica e il sostegno internazionale alla stabilizzazione, nella cornice del Processo di Berlino e delle Nazioni Unite. Le conclusioni hanno richiamato gli attori libici a impegnarsi costruttivamente per un processo elettorale libero, equo, inclusivo e credibile, in vista del voto previsto il 24 dicembre. È altresì prioritario il ritiro di mercenari e combattenti stranieri dal Paese”.

Sottolineando ancora una volta la visione multilaterale dell’Italia e il suo essere in prima linea su tutti i dossier mediterranei, Di Maio ha poi ricordato che “il nostro impegno è altrettanto intenso sul fronte del contrasto a minacce trasversali, come il terrorismo, pronto ad aprire nuovi fronti nella regione. Ricordo, in particolare, il nostro investimento nella stabilizzazione e nel consolidamento istituzionale in Iraq, dove assumeremo l’anno prossimo la guida della missione Nato (Mni), e nella Coalizione anti-Daesh/Isis, di cui lo scorso giugno ho presieduto con il segretario di Stato Blinken, la riunione ministeriale di Roma. In quella sede, abbiamo promosso l’istituzione di un Focus Group sulla minaccia terroristica in Africa, che insieme abbiamo inaugurato ieri”.

La conferenza di Roma, ormai un appuntamento classico dell’agenda internazionale, ha visto partecipazioni in presenza e in video di ministri, accademici, diplomatici, giornalisti, esponenti di think tank e ong su temi che sono andati dallo Yemen all’energia, dal conflitto israelo-palestinese a quello libico; dalla cooperazione inter-mediterranea allo sviluppo sostenibile. Domani, seconda ed ultima giornata di lavori, Libia ancora in primo piano, ma anche, ancora, transizione energética e Libano. Chiuderà il ministro Di Maio.

“Cercare un’agenda positiva è particolarmente importante oggi” ha detto il presidente dell’Ispi Giampiero Massolo, parlando dei molti ostacoli strutturali che non favoriscono questo impegno. “Ma questo non deve limitare la nostra ambizione. Che non è offrire soluzioni, ma fare incontrare leader, aziende, società pubbliche. Noi vorremo indicare un metodo: mettere a fuoco i problemi, sostenere i governi nella sintesi e nelle decisioni”.

(di Patrizio Nissirio/ANSA).

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